Gemelli rapinatori con dna identico: il giudice è costretto ad assolverli (1 / 2)

Gemelli rapinatori con dna identico: il giudice è costretto ad assolverli

Il Ris non riesce ad incastrare i gemelli del Crimine. La loro storia inizia quattro anni fa a Porcia, campagna friulana: una Mercedes Classe A sfreccia nella notte con la gazzella dei carabinieri alle calcagna.  A bordo c’è un uomo, considerato un rapinatore seriale.
L’auto viene abbandonata e il conducente riesce a fuggire a piedi nei campi. Ma per gli inquirenti si tratta comunque di una vittoria, o almeno è quello che credevano: analizzando volante e pomello del cambio, trovano un mozzicone di sigaretta. Nei laboratori delle investigazioni scientifiche viene isolato il Dna di Eduard Trushi, all’epoca trentenne, albanese

Il DNA non mente, e Eduard viene incriminato e rinviato a giudizio. Ma il malvivente si presenta davanti al giudice con il fratello Edmond.
Sono gemelli omozigoti, due gocce d’acqua. Hanno un codice genetico praticamente identico.
Il giudice a questo punto è costretto ad assolverlo per l’impossibilità di stabilire chi dei due fosse veramente al volante di quell’auto. 
 Agili, spregiudicati, spericolati alla guida e…fortunati. I fratelli dei furti e delle rapine hanno continuato la propria vita criminale nel Nordest del Paese.

 Mercoledì scorso in tribunale a Verona c’è stata l’ennesima assoluzione. L’imputato era sempre Eduard, stavolta finito alla sbarra per una violenta rapina in casa a Nogarole Rocca, nella provincia veronese.
Il proprietario lo aveva sorpreso in casa e lo aveva provato a farmare. Uno dei due fratelli, anche noi siamo confusi a questo punto, riesce a scappare. Ma anche questa volta il bandito lascia una traccia di sè: perde il cappellino, ci sono tracce di sudore. Ancora una volta, la banca dati interforze identifica il nome di Eduard Trushi.