Forno a microonde: quali sono i rischi reali se lo usiamo? (2 / 2)

Ma quanto c’è di vero? A rispondere è stata direttamente la AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) dal proprio sito ufficiale. Le dicerie riguardo al forno a microonde si sono infatti moltiplicate a tal punto che la stessa AIRC ha deciso di intervenire in prima persona per fare chiarezza, spiegando che se il dispositivo viene utilizzato in modo corretto non c’è alcun pericolo per i consumatori. Innanzitutto è bene fare chiarezza sul concetto di radiazione e sulle radiazioni sfruttate dai forni a microonde.

Le microonde sono radiazioni a radiofrequenza che fanno vibrare le molecole di acqua e grasso contenute negli alimenti, producendo calore e scaldando nel giro di poche manciate di secondi le pietanze che infiliamo nei forni a microonde. Si tratta tuttavia di radiazioni a bassa energia, in grado cioè di far vibrare gli atomi ma non di determinare un allontanamento degli elettroni dai loro legami atomici; in altre parole non sono abbastanza potenti da poter indurre alcuna mutazione del DNA. Sempre per la stessa ragione, non potendo venire ionizzato, il cibo scaldato al microonde non è radioattivo.

In aggiunta a ciò, ogni forno a microonde è dotato di gabbie specifiche che evitano che il campo magnetico possa diffondersi al di fuori dell’elettrodomestico. Certo è sempre buona norma non rimanere appiccicati ad un forno a microonde mentre questo è acceso, specialmente se si tratta di forni oramai vecchi, ma la stessa AIRC ha sottolineato come non esista alcuna casistica che possa dimostrare un’associazione fra l’utilizzo del forno a microonde e l’aumento di possibilità di contrarre un tumore. Dunque quali sono le controindicazioni? Questo forno andrebbe utilizzato solo per cibi freschi o appena surgelati, in quanto non è in grado di uccidere molti dei microbi che infestano gli alimenti che rimangono nel frigorifero per due o tre giorni; in quest’ultimo caso sono preferibili metodi di cottura tradizionali per la sterilizzazione.