Eric Clapton: “Quando morì mio figlio, ricevetti una sua lettera dopo il funerale”. Ecco cosa c’era scritto (2 / 2)

Il chitarrista seppe rinascere dalle proprie ceneri grazie al blues, consacrandosi definitivamente come solista negli anni ’70, ma quelle tragedie furono solo l’anticamera del dramma più grande della sua vita: la morte di suo figlio, avvenuta il 20 marzo 1991 quando il piccolo (concepito insieme a Lory Del Santo) aveva soltanto 4 anni. Conor, questo il nome del piccolo, precipitò da una finestra lasciata aperta per errore da una domestica: fu un volo di ben 53 piani che non gli lasciò possibilità di salvezza.

Ancora una volta Eric Clapton si gettò a capofitto nella musica vivendo per quasi un anno in un regime pseudoascetico, senza voler vedere né sentire nessuno e anzi, spessevolte mal sopportando la compagnia di altri esseri umani. Di quel periodo è stato detto e scritto molto ma ben poco dal diretto interessato, a parte qualche intervista e le immancabili canzoni dedicate al figlioletto morto prematuramente. Ora però, nel corso della trasmissione Rock Planet, il chitarrista è tornato a parlare di quel periodo a quasi tre decenni di distanza: “Dovevo provare a salvarmi, così mi sono ‘recluso’ per quasi un anno su un’isola dei caraibi. Scrivevo e suonavo, avevo pochissimi contatti con il mondo esterno“.

Particolarmente toccante è stata la “questione della lettera”: Conor aveva da poco imparato a scrivere prima della tragedia, e fu la stessa Lory Del Santo che spiegò che il bimbo, per rendere orgoglioso il padre di quella grande conquista, gli scrisse una lettera che lo stesso Clapton ricevette soltanto poche ore dopo il funerale del bambino. Nella lettera c’era scritto semplicemente: “Ti voglio bene“.