Elena Santarelli, il tumore di Giacomo e quante possibilità ha di salvarsi: “Una pugnalata. Ho pianto in silenzio” (2 / 2)

Onlus Heal che si occupa proprio del tumore che ha colpito suo figlio Giacomo, la neuroncologia pediatrica del Bambin Gesù a Roma. Raccontando il giorno in cui i dottori hanno informato lei e suo Marito Bernardo della malattia di suo figlio, ha detto: “La cosa peggiore è che non ero presente alla risonanza. Ero stata operata all’anca e avevo stampelle e dolori, è andato solo Bernardo, ma non avevamo sospetti, era un esame fatto per precauzione. Quando mio marito è

tornato a casa, gliel’ho letto in faccia. Sono andata in bagno e ho vomitato. Poi, mi sono messa a piangere in silenzio, per non farmi sentire da mio figlio. Giacomo mi ha chiesto di giocare alla Playstation e l’ho fatto. Ho passato la notte su Internet a cercare le parole del referto e a chiamare amici che conoscevano medici”. Da questa terribile situazione, Elena Santarelli ha raccontato di aver dovuto imparare a comportarsi come se niente stesse accadendo: “La malattia non l’ha

cambiato molto, ha solo perso i capelli. Ma sono stanca di chi mi dice “tanto è maschio”. Io ragiono con la sua testa e so che ne soffre. Mi strapperei i miei capelli per darli a lui”.

Ora si aspetta che i medici le dicano che Giacomo sta per finire la terapia, ci vorrà ancora tempo, il percorso è ancora lungo ma c’è una speranza che il suo bambino rientri nell’80 per cento delle persone che si salvano da questo brutto male.