Ecco perché fissare qualcuno negli occhi è così complicato (1 / 2)

Ecco perché fissare qualcuno negli occhi è così complicato

Nonostante i passi avanti fatti nell’ambito della sociologia negli ultimi due secoli, ci sono ancora molti comportamenti sociali che faticano a venire spiegati adeguatamente. Sappiamo che esistono, anzi ci sentiamo fortemente condizionati da questi ultimi, ma arrivare alla radice del problema non è semplice come appurarlo empiricamente. Tra tutte queste situazioni, molte delle quali sono peraltro regolate da quell’insieme di norme non scritte definito spesso come “protocollo sociale”, ve ne sono alcune che possono risultare particolarmente castranti. Come ad esempio la difficoltà nel guardare negli occhi chi abbiamo di fronte.

Spesso siamo portati a pensare che si tratti di timidezza, ed in alcuni casi è effettivamente così: guardare negli occhi una persona non è sempre semplice, anzi. Numerosi esperimenti sociali hanno dimostrato che tendiamo a non guardare negli occhi persone che non conosciamo in contesti pubblici (al ristorante, in ascensore, nei mezzi pubblici) per più di 2 o 3 secondi: è questo il tempo limite normalmente concesso oltre il quale si verifica un’infrazione del precedentemente citato “protocollo sociale”. Dopotutto può risultare sgradevole sentirsi fissati da sconosciuti, no?

Certo ogni situazione va contestualizzata, ed è pur vero che con gli occhi possiamo dire moltissime cose (ad esempio sguardi sostenuti e reciproci per lungo tempo possono testimoniare un tentativo di flirt, ricambiato o meno), eppure di recente i ricercatori hanno scoperto qualcosa di molto interessante riguardante proprio l’atto di guardare un’altra persona.

Queste scoperte sono recenti, ma stanno già contribuendo a farci capire un po’ di più per quale ragione sostenere lo sguardo di qualcuno non è affatto semplice, specie se si tratta di sconosciuti.