Ecco l’app che ti insulta se non vai in palestra (2 / 2)

Uno stimolo psicologico non indifferente, dunque. Quando si ricevono messaggi continui con insulti più o meno pesanti, qualcosa inevitabilmente dentro di noi succede. L’app in questione registra sia le ore trascorse in palestra sia i giorni in cui, invece, si preferisce rimanere a casa. Quando ciò accade, arriva una sorta di SMS con insulti di vario genere.

“Sei un disastro”, “Disinstalla l’app”, “Morirai da solo”, “Non servi a nulla” e via dicendo. Quando invece ci si reca in palestra dopo una lunga assenza, l’app non ti fa i complimenti; tutt’altro: “Chi sei?”, “Dov’eri finito?”, sono i messaggi più comuni in questa circostanza. Chiaramente il livello degli insulti è regolabile: se sei molto permaloso/a puoi selezionare di ricevere solo epiteti poco offensivi.

Qualcuno sul web fa notare un aspetto interessante della faccenda: alcune persone, chiaramente svogliate, potrebbero avere una scusa geniale pur di non andare in palestra nonostante gli insulti. Quale sarebbe la giustificazione valida? Voler sentire fino a che punto gli insulti inseriti nel software dagli ideatori dell’app arrivano.