Ecco la differenza fra arresto cardiaco, infarto ed ictus. Potresti salvare una vita (2 / 2)

L’arresto cardiaco invece è l’improvviso malfunzionamento del cuore, dovuto molto spesso ad una disfunzione elettrica che determina brusche alterazioni (se non la totale cessazione) del ritmo del battito cardiaco, con la conseguente ripercussione su tutto l’organismo. Si tratta senza alcun dubbio del più grave dei problemi esposti nel primo paragrafo dal momento che il tempo entro il quale intervenire con la rianimazione cardio polmonare è brevissimo.

Per evitare danni agli organi ed in particolare al cervello, al quale non arriva più sangue ed ossigeno, bisogna intervenire entro dieci minuti il che è pressoché impossibile in moltissime situazioni.

Il problema è reso ancora più grave dalla quasi totalità dell’assenza di sintomi anche se alcuni soggetti che sono stati salvati in tempo hanno dichiarato di aver avvertito palpitazioni, dolore toracico, vertigini e nausea.

L’ictus, noto anche come colpo apoplettico, differisce dalle precedenti due patologie perché riguarda più il cervello che il cuore. E’ legato ad una scarsa prefusione sanguigna al cervello che determina la necrosi delle sue cellule.

Si possono identificare due tipi di ictus: quello ischemico che è dovuto alla mancanza del flusso sanguigno, e quello emoraggico nel quale invece si ha un sanguinamento. I sitnomi dell’ictus possono essere momentanei o permanenti ed in genere si manifestano con la mancata sensibilità in una parte del corpo, che non riusciamo a muovere, nell’incapacità di esprimersi e nella perdita di parte del campo visivo.