Ecco il ponte dove i venezuelani fanno la fila per scappare in Colombia (2 / 2)

Verranno schierati migliaia di soldati a controllare una frontiera di circa 2.200 chilometri, in grandissima parte senza barriere. Il governo colombiano accusa il regime di Nicolas Maduro di aver provocato il caos in Venezuela, a seguito della svolta autoritaria e della mancanza di qualsiasi misura per fermare l’inflazione e la scarsità di beni di prima necessità. Con i prezzi che ormai raddoppiano ogni mese, i salari in bolivar non valgono che qualche dollaro. “Questa è una tragedia, e la responsabilità è tutta vostra“, ha dichiarato Santos. I rapporti con il governo di Maduro sono perciò ai minimi storici.

La situazione in Venezuela nel settore della sanità è assolutamente drammatica, alla causa della penuria di medicinali nella farmacie e negli ospedali. L’ultima stima è che manchino circa l’80 per cento dei farmaci utili a curare ipertensione, diabete, infezioni respitatorie e diarrea. Il governo di Maduro cerca di tenere nascosti questi dati, ma non è più un mistero l’impennata della denutrizione e della mortalità infantile. I venezuelani si trovano purtroppo costretti a fronteggiare una situazione davvero molto difficile. Quanto sta accadendo sul ponte Simon Bolìvar è il segnale di disagio più chiaro e visibile.

In questa situazione appare praticamente impossibile che Nicolas Maduro possa legittimamente vincere le elezioni anticipate che ha fissato per il 22 aprile di quest’anno, contro l’intera opinione pubblica internazionale. Ad ogni modo, l’attacco agli oppositori, la messa fuori legge dei principali partiti e il divieto ai leader più popolari di concorrere lasciano già presagire una gigantesca frode mantenere al potere l’attuale regime. Il resto della comunità internazionale non sembra tuttavia volersi occupare della questione, almeno fino a questo momento. Le cose potrebbero cambiare nei prossimi mesi, specialmente se dovessero verificarsi episodi di violenza nel corso delle prossime elezioni.