L’apostrofo è inoltre il protagonista indiscusso di un’altra amenità grammaticale: il “Qual’è“. In questo caso la forma corretta è “Qual è” senza apostrofo, ma molti a quanto pare lo ignorano; non solo tra i giovanissimi ma persino in Parlamento, come possiamo vedere da questa fotografia. Ma in Italia sappiamo bene che per ottenere stipendi e vitalizi, un cervello quantomeno normodotato ed un minimo di cultura non sono affatto requisiti obbligatori (per lavorare da McDonald’s invece a volte non bastano le lauree…piccoli miracoli italiani).
Molto diffusa sui social network è anche l’usanza di usare “C’è” anziché “Ce“. Esempi classici di questo errore sono espressioni come: “Non c’è la faccio” o “C’è l’ho“. Inutile sottolineare come si tratti di errori banali, che talvolta possono essere procurati anche da un correttore automatico ignorante (anche gli smartphone di nuova generazione sono talvolta imbarazzanti sotto questo aspetto).
Caposaldo della grammatica for dummies è anche l’estrema confusione che regna tra verbi transitivi ed intransitivi. Spezziamo una lancia in favore dei trasgressori: la complessità dell’argomento ammette un minimo d’incertezza al momento della stesura. Ma certe formulazioni sono talmente strampalate ed anti intuitive da sembrare capolavori d’irrealismo studiati a tavolino. “Scendo il cane” è l’esempio più inflazionato, ma come vediamo in questa foto, ci sono anche “professionisti del mestiere” (o presunti tali) che talvolta ci cadono.
Veniamo ora all’ultimo degli errori più comuni che flagellano il mondo della grammatica nei social network: l’incapacità di coniugare un verbo al condizionale. Spropositi come: “Se potrei“, “Se faresti” eccetera sono straordinariamente comuni nell’atto di formulare ipotesi, così come lo è anche lo sfruttamento coatto del povero passato semplice al posto del condizionale stesso (“Se facevi così“, “Se arrivavi prima” etc.). In entrambi i casi si tratta di diciture scorrette, che potrebbero costarvi carissime se pronunciate al cospetto di un nazi grammar.