A molti fa comodo guardare alla storia come ad una linea retta che procede in diagonale verso l’alto di anno in anno, di secolo in secolo, attraverso millenni ed intere discendenze. In realtà non è proprio così, ed il progresso tecnologico non corrisponde necessariamente ad un progresso in campo sociale. Tant’è che oggi il mondo è sull’orlo del baratro, per i motivi che tutti ormai conosciamo.
L’inquinamento sta raggiungendo livelli impensabili fino a pochi decenni fa, i nostri oceani sono pieni di plastica (recentemente sono stati trovati rifiuti persino nella Fossa delle Marianne) e la situazione riguardo al clima è drammatica. Ma c’è ancora chi sostiene che tutto stia andando per il meglio! Perché? Beh, è piuttosto semplice: un cambiamento andrebbe contro i suoi interessi, e non riesce a pensare ad altro che al proprio tornaconto.
D’altronde chi crea bisogni ha tutto l’interesse a trovare persone disposte ad acquistare ciò che verrà loro venduto: è il principio di base del consumismo. Ogni articolo diventa obsoleto nell’arco di pochi mesi, la sua funzionalità primaria diventa lo status che esprime, in altre parole perde il suo scopo effettivo in virtù di uno scopo virtuale. Una bulimia di possesso che può avere – ed infatti sta avendo – un solo prodotto: lo scarto continuo e totalmente incontrollato. La creazione di più rifiuti di quanti mente umana ne possa immaginarne.
Ci hanno fatto credere che tutto questo fosse normale, che una tale quantità di sporcizia potesse sparire come per magia, che non dovremo mai pagare le conseguenze di questa isteria da produzione compulsiva. Ma non solo: ci hanno allontanati l’uno dall’altro, inesorabilmente. Un tempo le folle si riunivano nelle piazze e quella era la politica, si conoscevano i propri vicini, si ricercava l’amore universale. Dove sono spariti quei tempi, quegli ideali? Uccisi, assassinati. Ci hanno fatto credere che l’amore fisico fosse molto più pericoloso…