E’ morto Ermanno Olmi, regista ‘diverso’ dagli altri (1 / 2)

E’ morto Ermanno Olmi, regista ‘diverso’ dagli altri

A circa 24 ore dalla scomparsa dell’attore Paolo Ferrari, il cinema italiano piange un altro dei suoi protagonisti della seconda metà del ‘900. E’ morto stamattina ad Asiago il regista Ermanno Olmi. Il destino ha voluto che anche lui, come Ferrari, se ne andasse alla ‘tenera’ età di 89 anni. Era malato da tempo e venerdì scorso si era capito che la sua salute era a forte rischio: è stato necessario un ricovero d’urgenza per il peggiorare delle sue condizioni.

Gli appassionati di cinema sanno che Olmi era un regista a modo suo ‘diverso’, uno che non si piegava facilmente alle logiche del mercato. Nato nel 1931 a Bergamo, da giovanissimo si trasferì prima a Treviglio e poi a Milano, dove fu Ragazzo della Bovisa (che è anche il titolo di uno dei suoi libri). La sua educazione, come quella di molti nati in quell’epoca nel Bergamasco era contadina e cattolica e lo si poteva notare chiaramente nei suoi film. Qualcuno l’ha definito ‘regista manzoniano’.

Un’altra particolarità di Olmi è quella di non aver mai studiato tanto: non ha nemmeno mai finito il liceo. Un episodio che l’ha reso ciò che è (stato) fu la morte di entrambi i genitori quando era ancora ragazzo. Il padre, ferroviere licenziato per antifascismo, morì in guerra quando Olmi era giovanissimo. Perciò Ermanno ha dovuto iniziare a lavorare prestissimo, a Milano, come fattorino nel ‘palazzone’ borghese Edisonvolta. Ma non consegnò la merce a lungo.