“Donne a casa, uomini a lavoro”. Un italiano su due la pensa così (2 / 2)

Se vogliamo analizzare pregi e difetti di questa abitudine italiana di lasciare le donne a casa e far fare tutto agli uomini, ci accorgiamo che è uno svantaggio anche per questi ultimi. Chiaramente una donna che non lavora non porta uno stipendio a casa e la sua famiglia incassa meno soldi alla fine del mese. Meno soldi vogliono dire meno possibilità di svago, come una vacanza o –magari- una giornata alle terme con la famiglia.

C’è qualche timidissimo segnale di cambiamento, però. Gli ultimi dati ISTAT parlano di un record storico di occupazione femminile (49%) nel secondo trimestre del 2018, segno che qualcosa si muove. Quel che è certo, però, è che le donne italiane sono in percentuale quelle che lavorano meno in tutta Europa. Bisognerà vedere se questo trend verrà confermato anche nei mesi a venire o se si è trattato di un fuoco di paglia.

Certo, non tutte le mogli italiane possono (o vogliono) lavorare. Ma il fatto che solo una su due lo faccia dimostra che c’è qualche problema alla radice. Bisogna cambiare la cultura, la mentalità, sia maschile che femminile. Secondo Repubblica, infatti, tutto riguarda gli equilibri interni delle coppie, ‘malati’ secondo l’editorialista, ‘visto lo stillicidio di violenze sulle donne’. “La relazione tra violenza domestica e sperequazione nella divisione «privata» del lavoro di cura meriterebbe a questo punto una seria riflessione” conclude l’editoriale.