Don Luca Favarin: “Non fate il presepe, è da ipocriti. Gesù era un migrante”. Il web insorge: “Sei la vergogna della Chiesa” (2 / 2)

Quest’anno non fare il presepio credo sia il più evangelico dei segni. Non farlo per rispetto del Vangelo e dei suoi valori, non farlo per rispetto dei poveri.”

Numerose critiche sono arrivate sotto il post di Don Luca: “E rovinare anche un momento di gioia e serenità per tutti i bambini anche quelli più poveri che magari aspettano solo questo momento per sentirsi più partecipi della comunità? Mi scusi reverendo, ma lei come osa parlare anche per quelle persone a cui vuole rovinare un momento così bello? Le consiglio di ritirarsi in un convento di clausura in modo da poter ripensare e meditare sulla sciocchezza che ha detto“, ha scritto un utente.

Ma nonostante ciò, don Favarin non teme le critiche dopo anni passati ad occuparsi di quelli che lui li definisce “ultimi” o gli “invisibili”.

Nel 2012 ha tolto le vesti da prete per diventare il responsabile della Diocesi di Padova sulla tratta degli esseri umani e dell’accoglienza dei migranti con la cooperativa Percorso Vita. Ha anche creato un sistema per far lavorare i ragazzi africani. Già, perchè Don Luca ha aperto un ristorante etnico e un bar-fast food, gestiti completamente dai ragazzi provenienti dall’Africa subsahariana, dove hanno imparato proprio nella terra madre la coltivazione di piantagioni di patate, cavoli e radicchio.

“Ci vuole una coerenza umana e psicologica“, ha continuato il prete. Per Don Luca, applaudire il decreto sicurezza di Salvini e preparare il presepe è “schizofrenia pura”. Come dire: accolgo Dio solo quando non puzza, non parla, non disturba. “Lo straniero che incrocio per strada, invece, non lo guardo e non lo voglio”. Ha concluso dicendo: “Credo che un Natale senza presepio sia più coerente con questa pagina volgare e infame della storia del nostro Paese. Va in scena il teatrino del Natale e poi si lascia morire la gente per strada. Vorrei ricordare ai cristiani che ci sono migliaia di Gesù-bambino in giro per le strade, sotto i ponti”.