Se ho fatto qualcosa lo devo a te, grazie per i tuoi preziosissimi consigli” e Arbore le ha risposto: “Eri e sei ancora la signora della domenica. Ero un ragazzo timidissimo quando sono partito da Foggia con la 500, devo molto a Gianni Boncompagni. Ci compensavamo, io ero timido e lui intraprendente, goliardico. Gianni mi manca moltissimo, gli raccontavo e gli facevo ascoltare le cose più belle che abbiamo fatto. Gli sono stato vicino fino alla fine”.
L’intervista prosegue e il cantante ha voluto parlare anche di Lucio Battisti: “Siamo stati noi a lanciare Lucio Battisti all’epoca di Bandiera gialla. Lucio era convinto di avere la voce più brutta di Mogol. Gli demmo una chitarra e iniziò a cantare diventando un mito. Ha rinnovato la musica italiana e molti lo hanno imitato”. Poi ricorda i tempi di “Quelli che la notte”: “Lo volli fortemente per riavvicinare i giovani, fu una rivoluzione. Quaranta facce nuove e mi piace rammentare Riccardo Pazzaglia che non c’è più”.
“Il mio debito nei confronti di Renzo è totale, se mi chiedesse di spolverare casa sua lo farei. Ho attinto dal suo stile, dalla sua grazia, dalla sua eleganza”, ha dichiarato Roberto D’Agostino. “Ora vivo in campagna e non dimentico il periodo del Radio City Music Hall. Quanto ci siamo divertiti con Renzo! Mi manca Roma anche se ci torno spesso”, sono le parole invece dell’amica Isabella Rossellini.
Arbore, a fine intervista si è commosso vedendo la foto del suo grande amore Mariangela Melato: “Va bene, va bene. Basta così”, ha affermato.