Docente universitario condannato a morte per aver insegnato i diritti delle donne (2 / 2)

Il 33enne ha parlato davanti ai suoi studenti di temi che sono considerati del tutto normali nel mondo occidentale ma che nei paesi ultra conservatori come il Pakistan sono sostanzialmente vietati: i diritti per le donne, la giustizia sociale, l’importanza della cultura come arma per liberarsi da certe catene mentali. La classica figura dell’intellettuale scomodo.

Al momento Junaid è in cella, in isolamento, da quasi 7 anni, visto che è stato arrestato nel 2013. Nel 2014 l’avvocato che lo difendeva è stato assassinato, vicenda che ha reso ancora più scioccante il tutto. L’introduzione della pena di morte per blasfemia è una novità relativamente recente, essendo stata resa legge solo negli anni ’80 in Pakistan. Quasi sempre coincide con l’impiccagione.

Helen Haft scrive che: “Il suo caso verrà sicuramente impugnato in appello ma nel frattempo il professore rischia di essere ucciso dall’oggi al domani. Non è affatto sicuro che il verdetto sarà ribaltato, dunque è fondamentale che la comunità globale venga a conoscenza di questa vicenda e si schieri dalla sua parte”. Nel Pakistan a trazione islamica su certi argomenti c’è ancora arretratezza, almeno dal punto di vista di una persona occidentale.