Dicono che questa principessa iraniana ebbe 145 pretendenti, ma la sua storia è diversa (2 / 2)

Certo, siamo ben consapevoli che anche l’aspetto di Zahra non corrisponda esattamente ai canoni tipici della bellezza per come siamo abituati ad intenderla oggi, cionondimeno non bisogna dimenticare che un secolo e mezzo fa in Iran i riferimenti estetici erano molto differenti rispetto a quelli assunti dall’attuale Occidente industrializzato. Ed al di là di questo, la storia di Zahra prescinde dalle apparenze poiché è talmente straordinaria che il suo aspetto fisico passa necessariamente in secondo piano. Anzitutto, è vero che ebbe 145 pretendenti e che 13 di loro si tolsero la vita al suo rifiuto? Le fonti non riportano nulla del genere, pertanto – pur non potendo escluderlo con certezza – è probabile che si tratti di una semplice montatura sensazionalistica mediatica. Ma passiamo oltre.

Chi era Zahra Khanom Tadj es-Saltaneh e perché è diventata così famosa? La principessa nacque nel 1883 e, per la prima parte della sua vita, fu l’esempio perfetto di quello che una donna di nobili natali sarebbe dovuta essere all’epoca in quel contesto sociale: sposò Amir Hussein Khan Shoja’-al Saltaneh ed ebbe quattro figli. Quattro anni dopo emerse però la “vera” Zahra: la principessa infatti chiese ed ottenne il divorzio, cosa impensabile a quei tempi, dando il via ad una vera e propria rivoluzione femminista ad oggi inconcepibile in un Paese come l’Iran.

La ragazza seppe ispirare non solo migliaia di donne ma anche letterati ed artisti di ogni genere, al punto da diventare la musa ispiratrice del celebre poeta persiano Aref Qazvini. Zahra nel 1910 fondò Anjoman Horriyyat Nsevan, una società femminista che ebbe lo scopo di combattere per i diritti delle donne in Iran, organizzava ed ospitava settimanalmente salotti letterali (ma era anche pittrice ed amante dell’arte in ogni sua forma) e fu la prima principessa orientale a decidere di vestire con abiti occidentali e di non indossare l’hijab. Ecco perché qualche foto superficiale diventata virale su Facebook (che peraltro non ritrae nemmeno lei) studiata per giocare sul suo aspetto fisico, non le rende affatto giustizia. Ma se non altro è stato un buon aggancio per riscoprire una delle icone femministe più sorprendenti della storia, figlia dimenticata di un Paese che oggi, di donne come Zahra, avrebbe bisogno più che mai.