Credono di adottare una bimba di 6 anni ma in realtà è una sociopatica affetta da nanismo (2 / 2)

Ma non è finita qui: sempre secondo la versione della Barnett (pronunciata sia in tribunale che in un’intervista al Daily Mail), la ragazza aveva le mestruazioni come tutte le donne adulte. La prova sarebbero state le mutande sporche di sangue che trovava di continuo nella sua stanza. Secondo la donna, quindi, Natalia non era altro che una “impostora misteriosa ciarlatana”.

Ancora più gravi, però, sarebbero le presunte minacce di omicidio. “Faceva disegni in cui raffigurava il nostro omicidio, ovvero arrotolarci in una coperta e lasciarci nel cortile. Altre volte l’abbiamo vista mentre versava della candeggina nel nostro caffè e quando le chiedevamo cosa stesse facendo, ci rispondeva che stava provando ad avvelenarci”. Altre volte, sempre secondo quanto dichiarato dalla donna, la ragazza si faceva trovare nella stanza da letto dei suoi genitori adottivi con sguardo minaccioso.

Ma c’è anche un’altra versione: quella della polizia locale, secondo cui la ragazza non era una maggiorenne psicopatica affetta da nanismo ma una “vera” bambina di 6 anni (all’epoca dell’adozione). Il caso giudiziario è nato perché Natalia ha accusato la sua famiglia di averla abbandonata nel 2013, mentre loro hanno obiettato che in quell’anno si sono trasferiti in Canada e che la ragazza fosse scomparsa qualche giorno prima della partenza.