Conti dormienti, scatta la prescrizione: come non perdere i soldi (1 / 2)

Conti dormienti, scatta la prescrizione: come non perdere i soldi

C’è una legge in Italia che prevede che le somme inutilizzate per 20 anni vadano a finire nelle casse dello Stato. Non si tratta solo di somme relative conti correnti, libretti bancari e postali e in generale depositi di denaro. Anche le azioni, le obbligazioni, i certificati di deposito e gli assegni circolari non riscossi se non vengono toccati per 20 anni vengono congelati e nessuno, nemmeno gli eredi legittimi, potranno più esigerli.

Da novembre 2018, come ricorda il Tesoro: “inizieranno a scadere i termini per l’esigibilità delle somme relative ai primi ‘conti dormienti’ affluiti al Fondo Rapporto Dormienti nel novembre 2008”. Tutti gli strumenti di natura bancaria e finanziaria, infatti “non più movimentati dal titolare del rapporto o da suoi delegati per un tempo ininterrotto di 10 anni decorrenti dalla data di libera disponibilità delle somme” superiori ai 100 euro finieranno nelle casse dell’Erario.

Queste somme vengono considerate ‘dormienti’ se rimangono presso le banche per dieci anni senza che nessuno le tocchi. Per lo Stato si tratta di entrate non indifferenti, come spiegheremo nella seconda parte dell’articolo. Molto spesso si tratta di somme appartenenti a persone defunte di cui gli eredi non sono a conoscenza. Una legge prevede che la banca non abbia l’obbligo di comunicare alle famiglie l’esistenza di queste somme ‘abbandonate’. Quindi o ci si informa autononamente o si sarà all’oscuro di queste cifre.