Esiste la violenza fisica e la violenza psicologica. Nella seconda categoria potremmo inserire la storia di Gian Luca Rana e di un dirigente dell’azienda di famiglia. Gian Luca è il figlio del celebre Giovanni Rana, il simpatico anziano che da anni compare negli spot televisivi che promuovono i suoi altrettanto celebri tortellini. Cosa ha combinato Gian Luca Rana? Ha più volte, nell’arco di alcuni anni, dato del “finocchio” a un suo dipendente.
Tutto è successo a Verona, negli uffici dell’azienda Rana, l’azienda famosa in tutta Italia per i suoi tortellini e la sua pasta. Da qualche anno Gian Luca è l’amministratore delegato. La sua carica, evidentemente, lo ha fatto sentire in diritto di insultare reiteratamente un manager, il cui nome non è mai stato svelato, per la sua omosessualità. Dopo qualche settimana, il dipendente in questione si è stancato e ha deciso di rivolgersi alla legge italiana.
La Cassazione, quindi una sentenza definitiva, ha stabilito che il tenore delle offese rappresentasse “un pregiudizio grave e concreto alla dignità della vittima nel luogo di lavoro, al suo onore e alla sua reputazione”. Già la Corte di Appello di Venezia aveva condannato Gian Luca Rana. La Cassazione ha respinto il ricorso dell’amministratore delegato e lo ha condannato in maniera definitiva a causa della condotta “vessatoria”. Dovrà risarcire il suo dipendente.
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