Carabiniere ucciso a Roma, l’assassino legato a una sedia e bendato. L’Arma: “Episodio inaccettabile” (2 / 2)

I due studenti statunitensi di 19 anni, ritenuti gli autori dell’omicidio del militare, erano stati fermati in un hotel nei pressi di via Pietro Cossa, la strada nel quartiere Prati di Roma, la stessa in cui era stato ucciso il carabiniere. 
Christian Gabriel Natale Hjort aveva confessato immediatamente di essere lui l’autore materiale dell’accoltellamento. “Non sapevo fosse un carabiniere” avrebbe spiegato durante l’interrogatorio. (Cerciello era in borghese).

A riprendere l’accoltellamento c’erano le telecamere di alcuni locali della zona. Una volta acquisite le immagini, gli investigatori hanno fatto partire la ricerca del ragazzo “con i capelli mesciati”. Ma le indagini vanno avanti perchè gli investigatori starebbero cercando altri due sospetti. Ovvero i due autori del “cavallo di ritorno“. Truffa che ha fatto partire l’intervento in cui è morto il carabiniere.

 Decisivo per l’arresto dei due americani, il racconto fornito da un pusher che in seguito si è rivelato un informatore della polizia. La sua testimonianza è stata poi confermata dalle verifiche effettuate sulle immagini registrate dai circuiti di videosorveglianza della zona. Il vicebrigadiere (35anni) si era sposato da poco più di un mese. Sul suo profilo Facebook le foto delle nozze, celebrate il 19 giugno, in cui è ritratto sorridente con la moglie.