Anziani maltrattati in una casa di riposo: “Se suoni il campanello ti spezzo le gambe” (2 / 2)

Nella casa di riposo erano presenti 36 pazienti e solo due infermiere potevano far fronte alle loro esigenze, inoltre nel corso delle indagini è emerso che il personale impiegato non veniva retribuito e per questo motivo molti dipendenti hanno abbandonato il posto di lavoro dopo pochi giorni. Luisa Bulli è stata portata in carcere e sono state disposte delle misure cautelari per 5 persone che lavorano nel centro, sono un infermiere 56enne di Foggia, Bruno Riccardo V., un’operatrice socio sanitaria P.I di origini bulgare di anni 48, un infermiere di 52 anni, un operatore socio sanitario di Pesaro di 33 anni, un 27enne di Napoli, un’altra operatrice socio sanitaria di origini albanesi di 38 anni.

 

Tra questi un’infermiera è agli arresti domiciliari mentre per gli altri è scattato l’obbligo di prestazione alla polizia giudiziaria.

Gli ospiti nella casa di riposo venivano abbandonati tra urine, feci e sporcizia ed inoltre venivano presi a calci, sedati con tranquillanti per farli stare fermi senza prescrizione, mentre i farmaci necessari alle cure di ogni paziente non venivano quasi mai dati. Due anziani sono stati portati d’urgenza all’ospedale di Riccione dopo l’arrivo dei Carabinieri perché avevano bisogno di cure urgenti.

Dalle intercettazioni sono state riportate delle conversazioni davvero scioccanti avvenute tra Luisa Bulli e un amministratore di sostegno: “Hai posto per un altro vecchio nel tuo lager?”. Ma anche le altre intercettazioni sono impietose: “Se suoni il campanello ti spezzo le gambe”, “Se suoni spacco il campanello e te lo ficco in gola“. E infine: “Quella volta che ho dato i calci nelle palle a quell’anziano c’eri anche tu…”. Sì davvero orrenda che non lasciano spazio ad interpretazioni.