Alessandra Vella, il giudice per le indagini preliminari di Agrigento che non ha convalidato l’arresto della comandante della Sea Watch Carola Rackete, è diventata in queste ore bersaglio di insulti e volgarità sui social network. Il Gip aveva deciso di non emanare nessuna misura cautelare nei confronti della comandante della Sea Watch 3 in quanto ha agito per salvare vite umane.
Una decisione che ha fatto imbestialire gli esponenti dell’estrema destra italiana e i sostenitori di Matteo Salvini che ha parlato per l’ennesima volta di “sentenza politica”, nonostante il Gip di Agrigento abbia agito in piena osservanza delle disposizioni del Codice Penale sullo stato di necessità, disciplinato dall’art. 54 c.p., che così recita: “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo.”
La giudice siciliana ha presenziato all’interrogatorio della Rackete ed ha deciso di ritenere valida la discriminante dello stato d’emergenza. L’attracco non autorizzato a Lampedusa e l’errore commesso durante la manovra d’avvicinamento sono stati dettati dalle condizioni critiche a bordo che mettevano in pericolo l’equipaggio della nave e i migranti soccorsi dalla Sea Watch fermi da oltre due settimane in mare.