45 giorni lontano da casa, iniziano le ricerche, ma era in hotel a giocare a call of duty e fortnite (2 / 2)

Arrivato sul posto l’anziano padre ha letteralmente sfondato la porta per cercare di farsi ascoltare dal figlio, e la scena a cui hanno assistito non è stata delle più rosee. All’interno della stanza vi era attivo odore, e tante bottiglie di plastica contenenti urina ed altri escrementi, segno che l’uomo si sia allontanato così poco dalla postazione di gioco che preferiva di gran lunga espletare i suoi bisogni naturali all’interno di bottiglie.

Uno stato di coscienza alterata, con innumerevoli ore di sonno perse, dimagrito e visibilmente provato, è stato in seguito trasportato all’esterno della stanza. Ad oggi l’uomo Bulgaro ha frequentato in maniera regolare un centro di cura intensivo contro la ludopatia per ben 6 settimane, ritornando a lavorare e alla sua vita normale. Un lieto fine dunque, ma non sempre queste vicende si concludono bene.

Non è infatti la prima volta che si viene a conoscenza di soggetti affetti da dipendenza da videogiochi, ragazzini anche di tenera età, lasciati senza adeguato controllo, che subiscono le influenze negative dei videogiochi, divenendo dipendenti e soprattutto aggressivi. Casi simili sono stati anche riscontrati in America, oltre che al Giappone, dove si riscontra un netto aumento in percentuale di casi di ludopatia.