Lo smartphone più atteso della giornata, lo ZTE Axon 30, è stato alfine presentato in Cina (con la promessa di fare altrettanto in Occidente via lancio “global”), portando all’esordio (dal 3 Agosto) la nuova tecnologia dei sensori fotografici nascosti sotto al display che il brand cinese (in collaborazione con Visionox) aveva anticipato in un prototipo alla scorsa edizione del MWC 2021 di Shangai (che, però, prevedeva anche un riconoscimento tridimensionale del volto).
Per risolvere i problemi riscontrati nel predecessore, Axon 20 5G, nell’Axon 30 (170,2 × 77,8 × 7,8 mm, per 189 grammi) ZTE ha adottato diversi escamotage, tra cui l’applicazione di 7 strati di vetro trasparente ad alta trasmissibilità di luce applicati secondo 3 processi speciali, il microchip UDC Pro che si occupa specificatamente di gestire il display (ottimizzando al meglio i pixel attorno alla selfiecamera), un raddoppio – da 200 a 400 – dei PPI (pixel per inch) davanti al sensore fotografico, e l’implementazione della tecnologia di matrice quad pixel che combina 4 pixel in 1, da 2,24 micron, quindi ricettivo di maggior luce.
Il tutto ha permesso di implementare un oblungo (20.5:9) display AMOLED da 6.92 pollici, risoluto in FullHD+, con profondità colore a 10-bit (oltre 1 mld di colori resi), 100% di copertura sulla gamma colore DCI-P3, supporto all’HDR, 120 Hz di refresh rate e 360 Hz di touch sampling, altamente rispettoso della vista (come confermato dalle certificazioni UL, SGS, e TUV), inclusivo anche di uno scanner sottostante per le impronte digitali. La selfiecamera nascosta in alto in un foro invisibile al centro arriva a 16 megapixel.
Il retro, in materiale polimerico 3D composito con micro-texture, è esibito in un classico nero o in verde acqua con raggi olografici originati dal modulo fotografico: in alcuni mercati sarà presente anche una variante bianca con bande colorate verticali che attraversano la sezione postcamera e una in similpelle di cammello. A sinistra, l’unico elemento presente è un’originale quadcamera, posta in un bumper rettangolare, attraverso due oblò: quello superiore cela un sensore principale (IMX682) da 64 megapixel mentre quello in basso, sopra i due LED del Flash, ingloba tre sensori fotografici, da 8 (ultragrandangolo a 119°), 5 (macro da 3 cm), e 2 (profondità, f/2.4) megapixel. In tema di audio, il costruttore ha menzionato il supporto allo standard DTS:X Ultra.
Nient’affatto male il comparto elaborativo dello ZTE Axon 30 (animato da Android 11 sotto interfaccia MyOS11), affidato all’octacore (3.2 GHz) Snapdragon 870 messo in coppia con la GPU Adreno 650: la RAM (che alla vigilia l’azienda voleva predisposta per la virtual ram sino a 20 GB totali), di tipo LPDDR5, coopera con lo storage, UFS 3.1 (espandibile sino a 2 TB), dando luogo agli allestimenti da 6+128 (2.198 yuan, 290 euro), 8+128 (2.498 yuan, 325 euro). 8+256 (2.798 yuan, 365 euro) e 12+256 GB (3.098 yuan, 405 euro). Stante la potenza messa in corpo al device, non deve stupire un elaborato sistema di dissipazione termica, con un film composito in rame e grafene, un gel ad elevato potenziale, e una camera di vapore.
Attenzionata anche l’autonomia, con la ricarica rapida a 55W per la batteria da 4.200 mAh, lo ZTE Axon 30 propone le connettività microUSB Type-C, Dual SIM con 4 (VoLTE) e 5G (standalone e non), GPS (Glonass), Wi-Fi ax/6 dual band, NFC, e Bluetooth 5.1.