Solitamente, i produttori di smartphone sottopongono i propri device a minuziosi drop test di resistenza, onde vantarne la capacità di reggere a urti, graffi, cadute, e infiltrazioni di acqua. A volte, però, sono gli stessi utenti, involontariamente, a sottoporre i propri smartphone a prove estreme: proprio com’è accaduto, nei giorni scorsi, ad un biologo di Torino, a cui l’iPhone è caduto da un’altezza di 400 metri, uscendone del tutto indenne.
Tutto è accaduto il 28 Maggio, quando un biologo di Torino, Stefano Bardelli, con la passione per le riprese dall’alto, stava sorvolando un campo nei pressi di Scalenghe, onde immortalarne lo splendido crop circle (cerchio nel grano), realizzato qualche ora prima dal pool di artisti dell’ingegnere Francesco Grassi. Per lo scopo, Stefano – che viaggiava alla velocità di 160 km orari – si stava servendo del suo inseparabile iPhone 6: peccato che, a un certo punto, a causa di un colpo di vento, il melafonino gli sia sfuggito di mano, precipitando al suolo dalla bellezza di ben 400 metri.
Tornato a terra, Stefano ha deciso, con poche speranze, di verificare lo stato di “salute” del suo telefono: dai primi tentativi, risultava che l’iPhone era in grado di ricevere le chiamate, e che – per fortuna – aveva il GPS attivato. Proprio quest’ultima circostanza gli ha suggerito l’idea di rintracciare l’amato device: utilizzando come base un iPad, e la funzione “Trova il mio iPhone”, Stefano si è recato nel campo che, qualche ora prima, stava sorvolando e, grazie alle coordinate ricevute, si è portato nei pressi del proprio telefono che, però, non riusciva a individuare, essendo – ormai – notte. Senza scoraggiarsi, il giovane biologo ha attivato l’opzione “riproduci suono”, provvidenziale quando si tratta di trovare il telefono dimenticato chissà dove, e se l’è ritrovato a meno di 2 metri da dove si era fermato.
Nel prenderlo in mano, la seconda grande sorpresa: l’iPhone 6 (non a caso, il più resistente di sempre, capace di resistere a martellate, e frullatore), oltre a funzionare, aveva il display ancora intonso, e non vi era alcun danno alla sua struttura: il merito, oltre che alla resistenza del telefono, è andato alla cover, che ne ha attutito i colpi sugli spigoli, ed alla natura soffice del terreno, coperto dal grano. In ogni caso, non tutti gli smartphone avrebbero retto ad una caduta del genere: a conferma di ciò, anche altri episodi capitati in passato, sempre agli smartphone della Apple.
Un paio di anni fa, secondo quanto raccontano i colleghi di VanityFair, il presidente della Gas Corp. of America si stava spostando in aeromobile da Houston a Kickapoo, quando una turbolenza aprì il portellone del suo Beechcraft Bonanza, e risucchiò lo smartphone nel vuoto. Solo a terra, l’uomo d’affari – dopo aver cercato minuziosamente l’iPhone – capì cos’era accaduto: facendo ricorso al “Trova il mio iPhone”, Ben Wilson – questo il nome dell’uomo – individuò il suo iPhone nelle campagne di un paesino nei pressi di Houston (Jacksboro, a 80 km) e scoprì che funzionava ancora bene, e che – tutto sommato – non aveva riportato grossi danni, sempre grazie anche alla custodia. In questo caso, però, la caduta era avvenuta da ben 3000 metri!
E che dire del paracadutista Jarrod McKinne che, avendo perso in volo il suo iPhone 4 nel corso di un lancio da 4000 metri, se l’è ritrovato sul tetto di un palazzo, certo col touchscreen rotto, ma – per il resto – ancora capace di fare il suo dovere. Non sorprende, quindi, lo scoprire che fu proprio un altro melafonino, un iPhone 5C per la precisione, a salvare – nel Maggio del 2015 – la vita a un uomo inglese, preso a fucilate da un 19enne.