Infinix Zero X base, Pro e Neo: ufficiali i cameraphone con ambizioni da top gamma

Economici come da tradizione del brand, sono stati annunciati, dopo un'intera estate di rumors, i cameraphone Zero X che Infinix ha calibrato secondo un modello base, uno entry level (Neo) e uno Pro, sempre con attenzione all'astrofotografia.

Infinix Zero X base, Pro e Neo: ufficiali i cameraphone con ambizioni da top gamma

Dopo le promesse fatte col suo concept, Infinix, brand per i mercati emergenti della galassia cinese Transsion Holdings, si è effettivamente cimentato in smartphone ambiziosi, con i tre cameraphone della Zero X Series, particolarmente versati per l’astrofotografia, animati da Android 11 sotto il layer proprietario XOS 7.6. 

Infinix Zero X Pro (164.1 x 75.7 x 7.8 mm per 193 grammi nei colori Nebula Black, Tuscany Brown, Starry Silver) e Zero X (164.1 x 75.7 x 7.8 mm per 193 grammi, in Nebula Black e Starry Silver) vantano frontalmente un display AMOLED da 6.67 pollici, risoluto in FullHD+, con 120 Hz di refresh rate e 240 Hz di touch sampling grazie al contributo dell’Intelligent Display, un chipset Mediatek appositamente dedicato che, assente nel modello Zero X Neo (168.4 x 76.5 x 8.8 mm, Nebula Black, Bahamas Blu, Starry Silver), fa sì che quest’ultimo, provvisto di un LCD FullHD+ da 6.78 pollici, debba “accontentarsi” di 90 Hz di refresh rate e di 180 Hz di touch sampling. Nel foro in alto al centro nella parte alta, in tutti e tre i modelli, è presente una selfiecamera da 16 megapixel, coadiuvata da un Flash Dual LED, capace di girare video a 1080p@30fps. Lo scanner per le impronte digitali è nascosto sotto il display nei primi due modelli, ma è posizionato di lato nella variante Neo.

Il frame laterale, sempre in plastica in tutta la serie, è piatto in stile iPhone: il retro è in vetro nei modelli Zero X Pro e Zero X. A livello fotografico un lingottino rettangolare propone, nei tre Infinix Zero X, una triplice fotocamera, sempre con Flash Quad LED e video anche in 4K@30fps, configurata con varie differenze tra un modello e l’altro.

Infinix Zero X Pro, Zero X e Zero X Neo hanno tutti un sensore periscopico da 8 megapixel (f/3.4 di apertura, stabilizzazione ottica, zoom ottico 5x e ibrido 60x) predisposto per la funzione Moonshot attraverso l’algoritmo di pre e post produzione Galileo Engine (in sostanza, rilevando che si inquadra la Luna, vengono ottimizzate le impostazioni della fotocamera e, a scatto concluso, quanto ottenuto viene rielaborato per una resa migliore). Il secondo sensore, nello Zero X Pro e nello Zero X, è un ultragrandangolo (120°) che fa anche da macro lens, mentre nello Zero X Neo è un grandangolare (89°) da 2 megapixel. Il sensore principale, nello Zero X Pro, è da 108 megapixel, con OIS, mentre nello Zero X è da 64 megapixel, che calano a 48 nel Neo, con gli ultimi due modelli privi di stabilizzazione ottica. 

Una differenziazione di analoga importanza avviene a livello energetico, visto che i due modelli top, Infinix Zero X e Zero X Pro hanno una batteria da 4.500 mAh caricabile rapidamente (40% in 15 minuti) via Type-C a 45W: il modello Infinix Zero X Neo, invece, si concede addirittura 5.000 mAh di capienza energetica, ma ci mette più tempo a caricarla, stante un fast charge da soli 18W

La “power unit” della Infinix Zero X Series è formata dal processore octacore (2.0 GHz) MediaTek Helio G95 a 12 nanometri, fornito di scheda grafica ARM Mali-G76 MC4: tutti i modelli hanno 8 GB di RAM e un taglio di 128 GB di storage (espandibile di altri 512 GB massimi), ma solo il modello Zero X Pro ha anche il taglio da 256 GB di archiviazione. Anche nelle connettività vi sono vari punti in comune, tra cui il Dual SIM con 4G, il GPS (A-GPS), il Bluetooth, il mini-jack da 3.5 mm, e il Wi-Fi n dual band (direct, hotspot). 

Venduti in vari mercati d’esordio, tra cui Nigeria, Indonesia, Thailandia, Egitto e Kenya, gli smartphone Infinix Zero X hanno un listino di 319 dollari per il Pro da 128 GB, e di 349 dollari per quello da 256 GB. I modelli Neo e base, invece, avranno prezzi commisurati al mercato d’esordio, ma comunque sempre intorno ai 300 dollari. 

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