Blu Products, brand americano di smartphone low cost e rugged al centro di una nota polemica nel 2017, quando corse voce che i dati degli utenti venissero inviati a server in Cina, ormai da tempo si è lasciato le polemiche alle spalle e, nelle scorse ore, ha rilanciato la sua presenza con due nuovi smartphone entry class.
Blu S91, questo il nome del primo device, misura 164.7 x 76.0 x 8.9 mm per 202 grammi, ed è previsto, con un design che ricorda lateralmente (frame piatti) e posteriormente (la sezione fotografica) gli iPhone 12, nei colori Gold, verde e nero. Come da “prassi”. anteriormente vi è uno spiccato mento in basso e un notch waterdrop in alto: nel mezzo, è collocato un display LCD da 6.5 pollici con un aspect ratio a 20:9 e una risoluzione HD+ (1600 × 720 pixel).
La selfiecamera è da 13 megapixel (con face unlock), tal quale il sensore principale da 13 megapixel della tripla fotocamera posteriore, seguito da un sensore per le macro e da uno per la profondità (f/2.4) da 2 megapixel: sempre sul retro si trova il leggevo incavo circolare, al centro della schiena, per la scansione delle impronte digitali. Per le cuffie occorre far affidamento sulla microUSB Type-C, utilizzabile anche per trasferire i dati o caricare la batteria, da ben 5.000 mAh.
Passando al “cervello”, il Blu S91, prezzato a 149.99 dollari (circa 142 euro), monta un processore octacore (2.5 GHz) Mediatek Helio G25 con scheda grafica PowerVR GE8320: la RAM, da 4 GB, fa coppia con uno storage da 128 GB, che può essere espanso di altri 256 GB massimi via microSD. Completano il quadro generale del dispositivo, il GPS, il dual SIM, il Wi-Fi n, e il Bluetooth 5.0.
Il secondo smartphone previsto da Blu per il mercato interno, con un prezzo però ignoto, è l’ancor più basico Blu G40, previsto con uno chassis (163.4 x 78.8 x 10.75 mm per 205 grammi) in ben 6 diverse colorazioni, ovvero in bianco, blu, ciano, nero, verde, verde acqua. La parte frontale sembra tirata fuori dagli albori del settore, con grandi cornici in alto e in basso: quella inferiore non presenta lo scanner per le impronte digitali, che anzi è proprio assente, mentre quella superiore ospita la selfiecamera, da 8 megapixel, con sblocco via riconoscimento del viso.
Collocato sul frame corto alto il forellino per il jack da 3.5 mm (altra scelta desueta ma non scomoda: anzi), il Blu G40 riprende a occuparsi di imaging sul retro, ove uno square ospita, assieme al Flash LED, una dual camera, con un sensore accessorio per la profondità (forse un simbolico VGA), e uno principale da 13 megapixel.
A motorizzare il Blu G40 è un processore quadcore (2.0 GHz) dell’ex Spreadtrum, ovvero l’Unisoc Tiger T310 con GPU PowerVR GE8300: la RAM cala a 3 GB, comunque bastevoli per evitare anche nel secondo device di questa coppia la versione Go Edition di Android 11, mentre lo storage da 32 GB può essere espanso, ma solo di altri 128 GB via microSD. Tra le connettività, il Bluetooth cala al 4.2, mentre il Wi-Fi è sempre di livello n, e fa compagnia al GPS, al 4G LTE VoLTE, e alla microUSB, per la ricarica della batteria, da 3.000 mAh.