Il test di Medicina 2025 del 20 novembre ha subito una battuta d’arresto inattesa: centinaia di foto delle domande sono comparse sui social network pochi minuti dopo la prova, suscitando indignazione e preoccupazione tra studenti, docenti e istituzioni. L’episodio mette in discussione la sicurezza e la regolarità delle selezioni per le facoltà a numero chiuso, già sotto pressione a causa del nuovo semestre filtro e delle difficoltà logistiche legate alla frequenza delle lezioni.
Il caos è nato quando alcuni candidati hanno violato il divieto di introdurre telefoni cellulari nelle aule, scattando foto delle prove e diffondendole immediatamente su piattaforme come WhatsApp, Telegram e Facebook. Accanto alle immagini reali, sono circolate numerose voci e segnalazioni, talvolta non verificate, che parlavano di smartwatch utilizzati per cercare risposte o di altri stratagemmi.
Tuttavia, la certezza è che diversi candidati hanno effettivamente infranto le regole, mettendo a rischio la correttezza del concorso e compromettendo la fiducia nel sistema di selezione. Il Mur, Ministero dell’Università e della Ricerca, è intervenuto rapidamente, confermando di voler individuare i responsabili e annullare le prove solo dei candidati coinvolti.
In una nota ufficiale, il ministero ha precisato che non è previsto alcun annullamento collettivo, ma che le immagini, contenenti codici identificativi, permetteranno di risalire agli autori della violazione. Gli atenei hanno reagito in maniera diversificata: alcune università hanno già annullato le prove dei responsabili, altre devono ancora valutare la situazione, alimentando un clima di incertezza e potenziali contestazioni. Non sorprende che, a questo punto, si prevedano numerosi ricorsi al Tar da parte degli studenti coinvolti o di chi teme ingiustizie nella gestione dei test.
La tensione è accentuata dal contesto già delicato del semestre filtro, introdotto per favorire una preparazione più mirata alle materie scientifiche. Con circa 19.000 posti disponibili per 54.000 candidati, la competizione è elevata e le difficoltà logistiche, soprattutto per chi vive fuori sede o segue le lezioni principalmente online, amplificano il senso di disuguaglianza percepita. L’episodio di novembre evidenzia le criticità del sistema a numero chiuso, che richiederebbe controlli più uniformi e strumenti tecnologici efficaci per prevenire comportamenti scorretti. Al contempo, mette in luce la necessità di sensibilizzare gli studenti sull’importanza della correttezza e della responsabilità nelle prove d’accesso, per garantire un concorso equo e trasparente. Tra polemiche, ricorsi e dibattiti sulla riforma, il test di Medicina 2025 diventa così un caso emblematico delle sfide che il sistema universitario italiano deve affrontare per coniugare meritocrazia, sicurezza e inclusione.