Scuola: ci sono i posti ma Bussetti abbassa il tiro

Per Bussetti, il Ministro dell'Istruzione, ci sono 57mila posti per i docenti ma per i sindacati i posti disponibili sono molti di più. In più è in partenza il bando per dirigenti amministrativi.

Scuola: ci sono i posti ma Bussetti abbassa il tiro

Come ogni estate che si rispetti, è una stagione molto calda soprattutto per i docenti precari. In base al Ministero dell’Istruzione per il prossimo anno scolastico occorrono 57mila docenti ma per i sindacati ne occorrono molti di più. In più entra in merito anche Tito Boeri, sul decreto dignità, che dice la sua anche sugli insegnanti in GaE, ma andiamo per ordine.

57mila posti per gli insegnanti? Pochi per i sindacati

Chi è all’interno della scuola sa che, dopo i risultati della mobilità, si calcolano i posti disponibili per ogni classe di concorso in ogni scuola di ordine e grado. Secondo i conti del Ministro dell’istruzione per quest’anno scolastico occorrono ben 57mila insegnanti, di cui 13mila per posti sul sostegno. A questi numeri vanno sommati 9.838 per gli amministrativi, ossia per chi lavora nelle segreterie. Per i sindacati, in primis per Anief, i posti disponibili sono di più.

Secondo l’Anief: “Il contingente è sempre sottodimensionato, il Miur deve realizzare la ricognizione di posti realmente liberi, in modo da avere una lettura realistica di quelli oggi sovradimensionati sull’organico di fatto. La trasformazione di quei posti diventa ancora più rilevante dal momento in cui allo Stato e ai governi di turno non conviene più precarizzare i suoi insegnanti, in virtù della posizione della Cassazione che ha aperto gli scatti di anzianità anche ai supplenti“.

Per Boeri non ci sono i soldi per assumere

A queste dichiarazioni cosa c’entra Boeri? Nel decreto Dignità uscito qualche giorno fa si parla anche delle maestre inserite nelle GaE con riserva. Precisamente, l’articolo 4 intitolato “Differimento del termine di esecuzione dei provvedimenti giurisdizionali in tema di diplomati magistrale”, recita che entro 120 giorni dalla data di comunicazione del provvedimento giurisdizionale al MIUR le sentenze dovranno essere emesse. In questo modo il Governo ha dato carta bianca al Parlamento di decidere. Ma a Boeri quanto deciso da Di Maio e company non va bene perché i conti non tornano all’INPS. Per il Presidente dell’Istituto di Previdenza Sociale, infatti, non ci sono i soldi per assumere, anche se apprezza lo spirito del contenuto del testo.

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