L’atteso evento Vivecon 2021 è ufficialmente iniziato, e la taiwanese HTC, che ha praticamente inaugurato il settore della realtà virtuale nel 2016, ha colto l’occasione per presentare due nuovi visori VR, rappresentati dal Vive Pro 2 e dal Vive Focus 3, accomunati dall’impiego di reali subpixel RGB che, in sostanza, andando a colmare le distanze, evitano che si percepisca quel nero tra i pixel che si traduce nel temuto effetto griglia o “screen door”.
Il neo arrivato Vive Pro 2 (già in pre-ordine nell’allestimento base, a 749 dollari, con vendite fissate dal 4 Giugno, ma in arrivo anche il 4 Agosto in un pacchetto comprensivo pure di Base Station 2.0 e Vive Controller) esteticamente non varia di molto dal predecessore, il Vive Pro datato 2018, già perfezionato sul piano dell’indossabilità: ciò nonostante, permette la regolazione della distanza interpupillare e propone, per il fissaggio, una cinghia regolabile. Tecnicamente offre due schermi LCD IPS da 2.5 K con 120 Hz di refres rate che, assieme, assicurano una risoluzione 5K: grazie alla scelta di optare per due lenti sovrapposte, si è ottenuta una notevole estensione dei mondi virtuali, ora su una visuale di 120°: pur supportando cuffie esterne, non mancherà una gratificazione sonora anche avvalendosi di quelle integrate, graziate dal supporto alla tridimensionalità del suono spaziale.
Estremamente versatile, il visore Vive Pro 2 è compatibile con alcuni tracker e controlli meno recenti, es. col Vive Facial Tracker e col Vive Tracker, atti a garantire l’esperienza Vive SteamVR: in virtù della Display Stream Compression (compressione del flusso di visualizzazione), è invece assicurata la compatibilità anche con chi non dispone delle moderne porte Display Port 1.4 ma si ferma a una DisplayPort 1.2.
Più incentrato sulle esigenze aziendali, con uno store blindato da cui attingere a software aziendale ed eventuali file di formazione, lo stand-alone Vive Focus 3 (dal 24 Giugno a 1.300 dollari) è un visore autonomo (sempre in 5K complessivi, ma con refresh rate da 90 Hz) che reccoglie l’eredità del Focus Plus: il telaio, in lega di magnesio, assicura 500 volte la resistenza di un equivalente in plastica, e un alleggerimento del 20% rispetto al più recente visore autonomo.
Sul piano dell’indossabilità, il peso è stato ribilanciato e, sul cinturino posteriore, trova alloggio la batteria, quindi sostituibile a caldo minimizzando le interruzioni e i tempi morti: anche il sistema di dissipazione del calore, con un heatpipe in rame e una ventola che aspira l’aria calda dal basso per spararla in alto, messo a presidio di una versione ottimizzata del processore Qualcomm Snapdragon XR2 (volendo, via Vive Streaming Cable, è comunque possibile attingere alla potenza extra di un PC per la VR), offre il suo contributo in tal senso, riducendo l’eventualità della sudorazione con le lunghe calzate. In tema di controller, infine, ricordano non poco i gamepad del rivale Oculus Quest quelli nuovi messi a disposizione del Vive Focus 3.