Nel corso della mattinata, il gruppo americano Fossil, che già lo scorso mese aveva svelato la coppia di smartwatch proprietari Carlyle e Julianna, ha colto l’occasione di IFA 2019 per presentare un nuovo assortimento di wearable, tramite il brand controllato Michael Kors, ed in collaborazione con Puma.
Nel mentre la rivale finlandese Polar Electro Oy si limitava a ufficializzare due nuove colorazioni, rame ed oro rosa, per il suo ancor recente sport tracker Polar Ignite, Fossil ha sfoderato il nuovo terzetto di eleganti smartwatch targati Michael Kors, aventi come minimo comun denominatore, lato hardware, un cervello rappresentato dal nuovo processore Qualcomm Snapdragon Wear 3100 e, lato software, l’adozione del sistema operativo Wear OS di Google.
Gli Access Lexington 2 (cassa in acciaio cadenzata in forma bicolore, o solo argento, oro rosa, oro) e Access Bradshaw 2 (sempre acciaio, ma con la nuance canna di fucile a sostituire il bicolor), adatti a ogni stile di vita in virtù del loro aspetto glamour, funzionalmente possono ricevere gli alert delle notifiche, o riprodurre la musica dalle streaming app compatibili supportate, ma è grazie al microfono che acquistano una marcia in più, visto che, per suo tramite, permettono all’utente di dialogare con Assistant, di rispondere alle telefonate in arrivo e, presto, tramite il rilascio di un’app dedicata, anche di effettuarle, a pairing Bluetooth effettuato con lo smartphone, Android o iOS.
Il tutto, senza preoccuparsi del fattore autonomia, debitamente attenzionato con 4 modalità operative, che vanno da quella “Solo orologio”, eloquente, che permette o di avere un’autonomia mostre rinunciando a ogni feature smart (come un orologio tradizionale) o di guadagnare qualche ora al device dopo averne sfruttato tutte le peculiarità, a quella “Giornaliera”, che arriva a fine giornata avvalendosi di gran parte delle feature attive, tenendo anche il display sempre acceso, passando per “Batteria a durata prolungata”, che permette di coprire più giorni limitandosi alle funzioni essenziali, mentre tramite l’hub di “Personalizzata” è possibile ritagliarsi l’autonomia desiderata intervenendo su una miriade di impostazioni.
Versatile come un coltellino svizzero, ma decisamente più indirizzato verso gli sportivi (una primizia per questo brand modaiolo), sebbene non del tutto avulso dallo stile (considerati i cinturini siliconici nelle nuance rosso, rosa, bianco, e nero), è il Michael Kors Access MKGO: col modulo NFC è possibile sfruttare Google Pay per i pagamenti contactless, laddove mediante il microfono l’interlocuzione con Assistant abilita a porre domande, ottenendo risposte, e a impostare allarmi e promemoria. Ricorrendo all’app Google Fit, lo sportivo potrà fissare o adeguare degli obiettivi, costantemente monitorati, con il wearable che si premurerà di render noto in tempo reale l’avanzamento verso gli stessi, sino al relativo raggiungimento. Dotato di cardiofrequenzimetro all’interno del suo leggero (nylon e alluminio) telaio, il MKGO della linea Access di Michael Kors permetterà anche di seguire con costanza il battito cardiaco, onde appurare che rientri nei parametri vitali di sicurezza.
Anche il primo sportwatch di Puma by Fossil (da Novembre, a 279 euro) combina stile ed esercizio fisico: nel primo ambito rientra la possibilità di scegliere tra tre colorazioni differenti, variando le watch face (con Scorecard che, assieme a data e ora, permette di stabilire le info da tenere sempre sott’occhio) o, addirittura, scegliendo di visualizzare a schermo le foto tratte dai social.
A parte questo, Puma non dimentica la sua natura, e mette in campo uno smartwatch leggero ma resistente, con uno chassis in misto nylon e alluminio, laddove la scelta di cinturini siliconici con effetto ruvido permette di ottenere un’elevata traspirabilità in totale assenza di attrito. La presenza dei sensori (es. GPS) garantisce il monitoraggio in numerose attività sportive, tra cui spinning, canottaggio e pilates, con – nel caso del potenziamento muscolare – il conteggio delle ripetizioni effettuate, potendo – nel contempo, per 24 ore d’autonomia – tenere sempre attivo il cardiofrequenzimetro per calibrare, dando un’occhiata alla frequenza cardiaca, l’entità dello sforzo, intensificandolo o attenuandolo, a seconda della distanza dal range ideale di battiti. Non mancano, infine, le feature meramente smart, tra cui i pagamenti via Google Pay, il ricorso ad Assistant, e l’ascolto della musica gestita tramite Spotify.