Xiaomi, in occasione del Mi Fan Festival 2020, aveva preannunciato che avrebbe presentato diverse sorprese e, a quanto pare, ha mantenuto la parola visto che, dopo i Mi Air 2S TWS, ha già sfoderato un’altra primizia, rappresentata dalla Redmi Band.
La prima fitness band dello spin-off low cost della grande X somiglia non poco ai Fitbit Charge, ma anche alle Honor Band, mentre diverge dalla Mi Band 4 della casa madre Xiaomi, più rotonda, e col classico meccanismo della capsula estraibile: in questo caso, infatti, la stessa è fusa col cinturino.
La parte alta della Redmi Band presenta un display rettangolare, da 1.08 pollici, a colori, personalizzabile secondo 72 diversi schemi, onde mostrare informazioni sulle attività svolte (tra le 5 supportate), sul feedback cardiaco 24/7 (raccolto dal cardiofrequenzimetro ottico a contatto col polso), sui passi fatti, le calorie bruciate, la qualità e la durata del sonno attenzionato: sempre sul display appaiono le notifiche (di app, messaggi, e chiamate in arrivo) da smartphone e gli avvisi anti sedentarietà, all’insegna di diverse feature (app Mi Fit compresa) condivise con le Mi Band.
La batteria della Redmi Band viene ricaricata dopo aver estratto la porticina USB debitamente nascosta dal cinturino e, a carica ultimata, assicura circa 2 settimane di funzionamento, nel quale novero non è compreso l’NFC, assente.
Attualmente, la Redmi Band, messa in campo principalmente come antagonista della Realme Band (9 ore di operatività) di BBK Electronics, rispetto alla quale risulta leggermente più conveniente e più autonoma, prevede un sistema di lancio graduale: si parte il 9 Aprile in crowdfunding su YouPin, al prezzo promozionato di 95 yuan, pressappoco 12 euro: in seguito, nelle nuance nero, blu (una sorta di viola), rosso (più che altro un arancione intenso) e verde oliva, entrerà stabilmente in commercio, a circa 13 euro, ovvero a 99.9 yuan.