Ultimamente gli sforzi per aumentare l’autonomia dei device e dei veicoli ad alimentazione elettrica si stanno facendo davvero intensi e non passa giorno che non si abbia notizia di un’implementazione software o di una qualche scoperta lato hardware, come Android Sensor Hub oppure Hush, che permette di creare una batteria “un po’ migliore” di quelle precedenti. Sin ora, tuttavia, non si è visto niente di davvero efficace, oltre che innovativo.
Le cose, però, potrebbero cambiare grazie a un’invenzione annunciata dall’Università di Cambridge che è riuscita a creare delle nuove batteria “litio-aria” che superano diversi problemi che abitualmente affliggono questa tipologia di energy pack.
Nello specifico i ricercatori britannici sono intervenuti su due livello: innanzitutto hanno realizzato un innovativo elettrodo costruito in grafene e, in secondo luogo, hanno cambiato il materiale all’interno del quale avviene la reazione chimica che porta allo scambio di ioni tra anodo e catodo. Cos’hanno usato? Indovinate un po’? L’Aria!
La soluzione testé concepita ha permesso di realizzare un tipo di batteria che rende al meglio anche in ambienti particolarmente umidi.
Ma cosa comporta, di concreto, una batteria così strutturata? E’ presto detto. Una batteria “litio-aria” come quella progettata a Cambridge accoglie una maggiore densità di energia e risulta essere del 90% più efficiente delle attuali batterie agli ioni di litio (rispetto alle quali, la batteria “litio-aria” durerebbe ben 10 volte tanto!).
Non solo: il battery pack di cui abbiamo appena parlato è anche capace di reggere una cospicua serie di ricariche, al contrario delle normali batterie in dotazione oggi in diversi device e veicoli: il traguardo dello staff che ha lavorato a questa nuova riserva di energia annovera qualcosa come 2000 cicli di ricarica gestiti senza alcuna perdita di efficienza.
Attualmente la batteria “litio-aria” uscita da Cambridge appare destinata ad essere impiegata, in primis, nelle auto elettriche: viste le sue specifiche qualità, infatti, potrebbe consentire percorrenze di 600/ /650 chilometri. Ciò nonostante, l’impiego anche nel settore smartphone e device mobili appare, anch’esso, più che probabile.