Ecco i nuovi Google Glass, per uso professional, più comodi da portare

Google deposita, presso l'ufficio brevetti statunitense, il progetto della seconda generazione di Google Glass. A quanto pare sarebbero più facilmente indossabili e permetterebbero di estendere le informazioni su ambedue gli occhi

Ecco i nuovi Google Glass, per uso professional, più comodi da portare

Finalmente, dopo una lunga attesa, i nuovi Google Glass sono nati, sono realtà! A darne notizia, sotto forma di indiscrezione, è il preziosissimo ufficio brevetti statunitense secondo il quale Google avrebbe depositato un progetto che potrebbe benissimo consistere nella concretizzazione tecnologica del misterioso “Project Aura”.

Nello specifico si tratta di un visore che può essere poggiato su un solo orecchio ma che sarebbe in grado di coprire l’intera area di visione, quindi ambedue gli occhi, grazie ad una striscia di materiale trasparente. All’interno di questo materiale, comunque touch in modo da veicolare i comandi alle applicazioni visualizzate, sarebbero inclusi i famosi prismi di Google che permetterebbero di proiettare i contenuti direttamente sugli occhi per un’esperienza che sarebbe immersiva come non mai.

Ricordiamo che, a Gennaio, Google aveva ritirato dal commercio la prima generazione dei suoi Google Glass perché scomodi e costosi. A quanto pare, le indiscrezioni secondo le quali Mountain View aveva fatto incetta di ingegneri da un particolare dipartimento di Amazon, il Lab 126, era veritiero così come i rumors, da loro stessi diffusi sui loro profili social, in base ai quali si stava lavorando su dispositivi indossabili di nuova concezione.

Questi dispositivi potrebbero appunto essere i Google Glass di seconda generazione dei quali, tuttavia, non è affatto certa la commercializzazione ad uso consumer: secondo quanto emerso dalle stanze dei bottoni di Brin e Paige, sembrerebbe che questo nuovo genere di tecnologia indossabile in salsa Grande G possa essere destinato a un solo uso “professional”, con utilizzi nella medicina – nel corso degli interventi – e nell’aviazione – per fornire ai piloti tutte le informazioni necessarie anche in scarse condizioni di visibilità.

Per la diffusione di massa, Google ha già previsto, purtroppo, i soli carboard (!) il cui funzionamento, però, è molto passivo e non certo interattivo come nel caso di occhiali a realtà aumentata/olografica/virtuale.

Non rimane che attendere per vedere che meraviglie Google ci riserverà in ambito wearable e, se proprio avremo voglia di provare qualche visore smart, potremo sempre optare sui tanti modelli alternativi (Hololens, Gear Vr, Oculus Rift) che stanno per invadere il mercato.

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