Impegnato da qui alle prossime settimane in un importante trittico di annunci, il brand cinese DJI (usualmente impegnato in droni, gimbal camera, action camera) ha già sganciato la prima bomba del suo nuovo assortimento, rappresentato dal DJI Ronin 4D, un apparato di ripresa professionale, ovviamente smart in quanto inclusivo anche di un sistema di controllo e trasmissione wireless, adatto alle riprese di livello cinematografico.
Nel DJI Ronin 4D si inizia con un sistema di stabilizzazione a 4 assi nel quale la motorizzata testa cardanica a 3 assi interagisce con un braccio meccanico mobile in modo da assicurare una stabilizzazione degna di una steady cam quando l’operatore si muove (es. cammina o corre) visto che compensa con un’ampia escussione il movimento in verticale. Su tale sistema, il DJI Ronin 4D, che grazie all’innesto DL Mount può implementare un sistema di ottiche intercambiabili che permette di far ricorso anche a quelle della Leica M, esplica la sua versatilità innestando una fotocamera full-frame Zenmuse X9: quest’ultima, in versione 8K (da 11.499 dollari), può riprende in 8K (sino a 75fps) o, alternativamente, in versione 6K (da 7.100 dollari), può riprendere in 6K a 60fps (arrivando anche a 120 fps, ma scalando al 4K).
Predisposto per supportare il codec H.264, grazie al supporto verso i codec proprietari cupertiniani Apple ProRes e ProRes RAW incrementa la flessibilità del creator in sede di successivo editing: ancora in favore alla fotocamera, non mancano, via doppio circuito, una tecnologia simile al Dual ISO, con 800 e 5000 ISO mentre, in tema di messa a fuoco (manuale, manuale automatizzata, automatica), è presente la tecnologia LIDAR (per il preciso calcolo della profondità, sino a 10 metri) e, direttamente dal mondo dei droni dello stesso marchio (come pure dai gimbal), arriva invece la tecnologia di inseguimento dei soggetti nota come “Active Track Pro“. L’audio, registrabile a 24 bit e in dual channel via microfoni integrati, può contare anche sue porte XLR nella piastra d’espansione o, di base e cioè sul telaio, su due jack da 3,5 mm.
In tema di stoccaggio delle registrazioni, a meno che non si voglia ricorrere all’interfaccia proprietaria PROSSD 1TB, necessaria quando si intendono acquisire filmati di estrema qualità con frame rate e risoluzioni molto elevate, è possibile accontentarsi dello slot per schede SD veloci CFexpress Type-B, o della USB cui connettere un SSD dove riversare quando girato in 4K.
Non manca, poi, quale ennesimo prestito dai droni dello stesso marchio, oltre all’uso delle stesse batterie TB50 del drone pro Inspire 2, la tecnologia di trasmissione proprietaria O3 Pro che assicura trasmissioni, criptate, in FullHD@60fps su uno o più monitor esterni quali ricevitori.