Altro che favola d’amore, qui siamo al thriller psicologico! Manuel Bortuzzo, il nuotatore dal cuore d’oro e la storia che ha commosso l’Italia, sgancia una bomb#@ atomica nello studio di Verissimo, mandando in frantumi il mito della love story con Lulù Selassiè. Altro che principessa etiope, qui si parla di st@lking, min@cce di morte, mani alzate e bigliettini inquietanti sotto le porte degli hotel. Roba da far rabbrividire anche il più cinico dei gossippari!
Il ragazzo, finora silente come un monaco zen, ha deciso di vuotare il sacco davanti a Silvia Toffanin, con un racconto che sembra uscito da un film di Hitchcock. “Lulù mi ha picchiato, mi ha min@cciato di m*rte, si presentava nei miei hotel, lasciava messaggi sotto la porta. Ho iniziato a soffrire di att@cchi di panico”, confessa Manuel, visibilmente provato. E non è tutto: la ex gieffina, dopo la fine della loro relazione, non ha mollato la presa, trasformando la vita del campione in un incubo. Risultato? Una denuncia per st@lking e una condanna di primo grado a un anno e otto mesi (sospesa, ma pur sempre una mazzata).
Tutto inizia con la fine della loro storia, datata 25 aprile di qualche anno fa. Manuel, stufo delle dinamiche m@late, decide di mettere un punto. Ma Lulù, a quanto pare, non ci sta. “Non accettava la mia decisione, non ci credeva”, racconta lui. Tanto che il poveretto si ritrova costretto a fare un comunicato stampa per gridare al mondo: “Sì, l’ho lasciata, è finita!”. Ma invece di calmare le acque, il comunicato scatena l’inferno. Lulù parte all’att@cco: frecciatine social, messaggi ossessivi, pedinamenti sotto casa, nei ristoranti, persino nelle trasferte sportive.
“Chiamava i miei amici per sapere come stavo, la situazione era insostenibile”, dice Manuel, che pure ci ha provato a darle una seconda chance. Spoiler: non è andata bene.La scena clou? Manchester, mondiali di nuoto. Manuel torna in camera dopo una gara e trova un bigliettino di Lulù che dice: “Sono nell’hotel vicino”. Roba da film horror. Lei bussa alla porta, lui, per non farle fare una figuraccia, cerca di gestire la situazione con diplomazia. “Volevo proteggerla, ci tenevo alla sua immagine”, ammette, ma la realtà è che la Selassiè era lì senza invito, in un’ossessione che non conosceva limiti. E non è un caso isolato.
A Madeira, durante un’altra competizione, stesso copione: bigliettino, insulti, e poi l’episodio che fa scattare la denuncia. “Mi ha alzato le mani, mi ha insultato, diceva che l’avevo fatta passare per una pazza. Io non potevo difendermi, le ho preso il polso e l’ho accompagnata fuori. Le ho detto: ‘Ci rivediamo in tribunale’”.E così è stato. Lulù, condannata per st@lking, ora deve frequentare uno psicologo due volte a settimana, ma continua a dipingersi come la vittim@ di una grande storia d’amore durata tre anni.
“Le chiedo di smettere di fare il circo mediatico, perché non ammettere che ha sbagliato?”, sbotta Manuel, esasperato. Eppure, c’è chi lo critica per aver denunciato l’ex: “Mi dicono che faccio schifo, ma non mi tocca”. Quello che lo ha toccato, però, è il peso psicologico: @ttacchi di panico, ansia, perdita di fiducia nelle relazioni. “Mi sentivo in colpa, ho iniziato un percorso psicologico”, confessa.
Dall’altra parte, Lulù tace (per ora), ma il suo passato da reginetta dei reality e le sue versioni romanzate della storia non aiutano a spegnere le polemiche. La domanda che tutti si fanno è: risponderà a queste accuse choc? O continuerà a giocare la carta della vittim@? Intanto, il web è in fiamme, tra chi difende Manuel e chi ancora crede alla favola della principessa etiope. Una cosa è certa: questa storia è tutt’altro che finita. E noi, come sempre, stiamo qui a guardare, popcorn alla mano.