The Last of Us Parte II: Sony annuncia di aver scoperto i colpevoli, ma spuntano le prime teorie complottiste

Dopo la fuga di notizie che ha di fatto rovinato quello che sarebbe diventato con ogni probabilità il gioco dell'anno, Sony comunica che i leak non provengono dall'interno di Naughty Dog. Nello stesso momento, però, spuntano anche le prime tesi del complotto.

The Last of Us Parte II: Sony annuncia di aver scoperto i colpevoli, ma spuntano le prime teorie complottiste

Recentemente Sony ha reso noto come si stia lavorando duramente per rendere giustizia ad uno dei più grandi spoiler della storia dei videogiochi. Le indagini sembrano aver già dato qualche frutto, smentendo categoricamente che vi sia uno o più dipendenti arrabbiati o politicamente schierati contro la Naughty Dog.

Anzi, dopo la diffusione dei video che mostrano molte parti della trama di The Last of Us Parte II, tra cui il finale, la casa di videogiochi ha reso noto come in occasione dell’emergenza legata al COVID-19 abbia assicurato la retribuzione a tutti i dipendenti, compresa la copertura di eventuali spese sanitarie.

Sembra quindi che la diffusione dei leak sia dovuta ad un semplice attacco hacker, sferrato da alcuni soggetti non meglio identificati. Ma come ci sono riusciti? Sembra che abbiano sfruttato una falla nel sistema di sicurezza di un vecchio videogame marcato appunto Naughty Dog per intrufolarsi all’interno dei server della software house; da qui avrebbero prelevato i video e li avrebbero immediatamente postati in rete, per il disappunto dei molti utenti che li hanno visionati.

A confermare la tesi dell’attacco hacker c’è anche un report del giornalista Jason Schreier, che dopo aver parlato con alcuni dipendenti di ND, ha postato un tweet nel quale ha confermato che si tratterebbe di un attacco hacker ai server della software house, reso possibile sfruttando la patch di un vecchio gioco, smentendo la possibilità di uno sviluppatore sottopagato.

La tesi complottista

Ma non tutti sembrano convinti di questa versione. Molti utenti che hanno visionato i filmati trafugati affermano infatti come in alcuni di essi sia presente una dicitura, “DEV TASKED“, ben visibile tra le scritte del filmato. Questa sigla indica che il filmato è stato registrato con una build di lavorazione, che sarebbe a tutti gli effetti il motore del gioco a cui hanno accesso esclusivamente gli sviluppatori. 

Molti dei filmati presentano anche elementi incompleti e glitch che fanno pensare come in effetti quello trafugato possa essere materiale incompleto e in fase di sviluppo; il semplice fatto che il debugger sia attivo non significa tuttavia che il filmato sia stato trafugato da un impiegato di ND, o che la pubblicazione del materiale possa consistere in un autosabotaggio, quanto piuttosto in una trovata pubblicitaria all’insegna de “l’importante è che se ne parli“. I filmati potrebbero essere stati creati e messi in un server interno semplicemente per mostrarli a qualche dirigente, o magari per evidenziare qualche bug sul quale lavorare.

In più, uno sviluppatore che avesse voluto arrecare un danno alla software house, avrebbe magari pubblicato i filmati definitivi: per quale motivo si sarebbe dovuto inserire nel server per prendere build vecchie di mesi o anni, e postarle?

La nuova data d’uscita

Nell’attesa che le acque tornino calme, la Sony ha approfittato per fissare la nuova data d’uscita del videogioco al 19 giugno di quest’anno, sottolineando come questo sarà talmente grande da dover essere diviso in due diversi CD.

Non resta che aspettare il 19 giugno quindi, cercando quanto più possibile di non rovinarsi l’esperienza di un titolo che ha tutte le carte in regola per fare la storia.

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