Lego Life, la social app delle creazioni mattonesche arriva anche negli app store italiani

Il colosso danese dei mattoncini colorati porta anche negli app store italiani di Android e iOS la sua riuscitissima social app "LEGO Life" dedicata ai bambini, alle loro interazioni protette, ed alle condivisioni delle più fantasiose creazioni mattonesche.

Lego Life, la social app delle creazioni mattonesche arriva anche negli app store italiani

Il colosso danese dei mattoncini colorati e componibili, LEGO Group, ha compiuto da poco i 60 anni della sua storia intrattenitiva, arricchitasi anche di materiali ecologicamente compatibili, e di franchisee di vario genere: dopo i test nello UK, e lo sbarco ormai un anno fa in Canada, Usa, Francia, Svizzera, Austria, Germania, e Danimarca, la sua social app “Lego Life”, adeguatamente ricalibrata in ottica GDPR, arriva anche negli store Android e iOS italiani.

Lego Life è la social app che il gruppo danese ha dedicato ai bambini: può essere fruita come ospite, scrollando lo stream in modo da partecipare ai quiz, vedere i video, o le foto delle creazioni altrui. Registrando un gratuito Lego ID, ed ottenendo un divertente nickname generato casualmente, il giovane utente potrà aderire a dei gruppi, in cui scambiarsi idee sulle proprie creazioni legoliane, o votare le altrui creazioni, commentandole attraverso una tastiera LEGO fatta di mattoncini.

In ottica più gestionale, il pargolo potrà crearsi un avatar – in forma di pupazzetto semovente e con splash page animate – e personalizzarlo adeguatamente, ottenendo anche dei badge per le proprie combinazioni mattonesche. Degna di menzione anche l’interfaccia: al di là dei numerosi rimandi ai vari mondi dei mattoncini LEGO, la grafica è complessivamente adatta a suscitare l’attenzione di un bambino, ed i termini utilizzati appaiono adeguati alla comprensione del target d’utenza selezionato. 

L’azienda ha precisato che LEGO Life osserva una grande attenzione verso la privacy dei suoi utenti: non vi sono pubblicità di terze parti, e la registrazione dell’account richiede la risoluzione di un quiz matematico impossibile da risolvere per un bambino, l’inserimento di una mail, e la precisazione della nazione di residenza. Insomma, operazioni che – almeno in linea teorica – dovrebbero essere svolte da un adulto, cui sarà affidata appunto la registrazione dell’account.

Niente rende il soggetto identificabile, tant’è vero che nei commenti (sempre moderati) è presente solo il nickname degli utenti, ed è del tutto assente un sistema di messaggistica privata

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