È finito l’incubo per un’allieva indiana. Nello Stato di Madhya Pradesh (India), una piccola studentessa è stata presa a schiaffi 168 volte dai suoi compsagni di classe su autorizzazione della maestra. 168 sberle in faccia, di quelle che lasciano il segno. Il motivo per il quale l’indifesa bambina è stata castigata è stato quello di non aver fatto i compiti assegnati per casa.
La vicenda è successa in una scuola residenziale di Thandla, cittadina del distretto di Jhabua. La stramba punizione, che consisteva in ben 168 schiaffi, è stata portata avanti per quasi una settimana e a compiere lo schiaffeggiamento sono stati proprio i suoi compagni di classe.
Il quotidiano The Hindu ha divulgato questa vergognosa notizia e si è creata una rivolta sul web, soprattutto sui social network più importanti.
Si sta parlando di violenza tra i banchi di scuola e l’insegnante incriminata, in sua discolpa, ha voluto minimizzare giustificandosi e sostenendo che si è trattato solo di una piccola ed innocente punizione amichevole. Ha testualmente dichiarato: “Non erano schiaffi sonori, ma leggeri ed amichevoli”.
Poichè le violenze dei docenti rappresentano un vero e proprio reato, i genitori della bimba – inferociti e allarmati – hanno voluto esporre denuncia alle forze dell’ordine indiane, in maniera repentina e protestando con il Preside dell’Istituto scolastico. Non ci è dato sapere se la bambina, per ovvie ragioni, sia stata trasferita dalla classe che frequentava o addirittura direttamente dalla scuola.
L‘autorità giudiziaria indiana potrebbe impedire alla maestra di tornare a scuola e interdirla dall’insegnamento. I quotidiani internazionali e i siti di cronaca hanno portato alla luce solo questo episodio singolare, ma non si sa se siano stati presi provvedimenti nei riguardi dell’insegnante indiana dai bizzarrissimi metodi educativi. Alla luce di questa sconcertante notizia, non c’è certezza che questa vincenda abbia natura episodica. Tale maestra potrebbe aver attuato anche in passato il medesimo castigo con altri suoi studenti.