Vacanza da incubo a Laos per un prof. varesino: avvelenato e rapinato

Gianluca Di Gioia, professore d'inglese di Venegono Inferiore (Varese), è stato trovato lungo la strada a Laos in Thailandia. Gara di solidarietà per riportarlo a casa.

Vacanza da incubo a Laos per un prof. varesino: avvelenato e rapinato

Gianluca Di Gioia, 36enne di Venegono Inferiore (Varese), insegnante d’inglese, ha una passione: i viaggi solitari tra le culture e le bellezze esotiche: durante l’ultimo suo viaggio a Laos, in Thailandia, è stato aggredito e rapinato. Circa una settimana fa, la polizia lo ha trovato esanime, sdraiato sulla strada, pioveva ed era privo di conoscenza.

Capita la gravità, l’ha fatto trasferire d’urgenza nell’ospedale più vicino disponibile. Le cure a cui è stato sottoposto, però, sono piuttosto costose. Per questo motivo, gli amici hanno pensato di aprire una pagina Facebook, “Aiutiamo Gianluca (Il Digio)”, dando il via a una raccolta fondi per poterlo riportare a casa. 

Un caro amico di Gianluca, Luca Antonio Labollita, che sta tenendo i contatti con i familiari del giovane, che ora si trovano nel sud-est asiatico, ha spiegato che – da quanto sono riusciti a capire la madre e il fratello – pare che Gianluca sia stato avvelenato e quindi rapinato. L’amico continua dicendo che “Chi lo ha aggredito, magari facendogli ingerire una potente sostanza tossica con un semplice bicchiere d’acqua, gli ha poi sottratto il cellulare e la carta di credito, abbandonandolo per strada. Non sappiamo per quanto tempo Gianluca sia rimasto lì, sotto la pioggia, senza soccorsi“. 

L’insegnante ora si trova ricoverato al Bangkok Hospital, di Udon Thani, ai confini della Thailandia. Gianluca è in coma farmacologico, ma pare che nelle ultime ore abbia dato piccoli segnali di miglioramento. Il tentativo dei medici di risvegliarlo, due giorni fa, era stato senza esito: lo riferisce sempre l’amico Labollita. Date le condizioni di salute, è difficile pensare, al momento, che venga trasportato in Italia, con spese ancora maggiori.

Finora, grazie alla pagina Facebook, sono stati raccolti 104 mila euro che verranno utilizzati per riportarlo a casa. Ma sono ancora pochi. In questo momento, i familiari, ricorda l’amico Labollita, “devono sostenere costi di degenza quotidiani molto onerosi“. Pare che ogni prestazione medica debba essere pagata, e Labollita fa un esempio: “Serve una flebo? Bisogna pagare ago, medicinale e prestazione infermieristica“.

Il gruppo Facebook “Aiutiamo Gianluca-Il Digio”, creato con il consenso dei familiari del giovane aggredito, aveva l’obiettivo di coinvolgere tutti gli amici di Gianluca nella raccolta fondi, ma le adesioni sono andate oltre, spiega Labollita: “In poche ore il gruppo ha superato le 5 mila adesioni. Un numero incredibile di donazioni piccole e grandi da tutta Italia. Un’ondata di solidarietà che ha commosso i familiari”.

Al fondo per Gianluca, hanno partecipato due amministrazioni comunali. Venegono Inferiore, il Comune di residenza del giovane, ha promesso che parte del ricavato della festa di fine estate, “Septemberfest”, sarà donato alla famiglia Di Gioia; l’amministrazione di Cavalturno (Palermo), paese natale dei genitori di Gianluca, ha fatto rimbalzare l’appello dal suo sito internet. La Farnesina, da parte sua, è in collegamento con l’ambasciata italiana a Bangkok, che sta seguendo con attenzione l’evolversi della situazione.

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