Una storia macabra, dell’orrore, quella che viene dal Wisconsin, USA, e raccontata dal Daily Mail. Qui la 37enne Jessy Kurczewsky, nel 2020, ha chiamato il numero di emergenza, riferendo ai centralinisti di aver trovato la sua amica esanime nella sua abitazione. Ha raccontato alla polizia che la vittima soffriva di disturbi psicologici e che, forse, si sarebbe suicidata.
Peccato che dall’autopsia tutte le sue menzogne sono state cancellate,smantellate una ad una, facendo emergere, grazie ad un ottimo lavoro degli agenti, un quadro completamente diverso, tanto che oggi la 37enne, è accusata dell’omicidio della sua amica e di furto.Stando a quanto si legge nelle carte dell’inchiesta, rese note ieri 8 giugno, la presunta omicida avrebbe prima ucciso la sua vittima e poi le avrebbe somministrato, quando già era morta, degli antidolorifici, inscenando un suicidio, convinta che nessuno, forse, sarebbe mai riuscito a scoprire la verità.
La ricostruzione dell’accaduto
Se inizialmente il racconto della 37enne sembrava plausibile per via del ritrovamento in casa, vicino al cadavere della donna, di diverse pillole e medicinali, dall’effettuazione dell’esame autoptico, nel sangue è stata trovata una quantità letale di tetraidrozolina, ingrediente principale di molti colliri e spray nasali. Dagli accertamenti successivi è emerso che la vittima si fidava della sua presunta carnefice. Non avendo molte frequentazioni, la 37enne era diventata sua amica e badante al punto che l’arrestata, che aveva seri problemi con il gioco d’azzardo, era riuscita a sottrarle tutti i risparmi di una vita, pari a circa 300 mila sterline.
Gli agenti hanno arrestato la donna a luglio e Kurczewsky ha più volte, nel corso dei mesi, cambiato versione.Prima ha cercato di convincerli che la vittima si è voluta suicidare, bevendo tutto quel liquido (liquido che nessuna donna avrebbe potuto assumere solo attraverso gli occhi), poi ha dichiarato di averle consegnato 6 bottiglie di Visine collirio su sua richiesta.