USA: preside bastona una bambina di 6 anni accusata di aver rovinato un computer

Una preside ha picchiato con una pala di legno una bambina di 6 anni, accusata di aver rovinato un computer. La madre, chiamata per pagare i danni, ha ripreso tutto. "Nessuno mi avrebbe creduto se lo avessi raccontato".

USA: preside bastona una bambina di 6 anni accusata di aver rovinato un computer

Arriva dall’America una terribile storia di abuso in un edificio scolastico. Una preside in Florida ha picchiato una bambina di sei anni con una pala di legno davanti agli occhi confusi della madre, ed ora è sotto indagine della polizia.

Tutto è cominciato quando la madre della bambina, la cui identità non è stata rivelata per proteggere la sua privacy, è stata lo scorso 13 aprile chiamata dalla scuola, la Central Elementary School di Clewiston, dopo aver ricevuto una lamentela ufficiale che sosteneva che la bambina avesse provocato danni ad un computer di proprietà della scuola.

La donna, che è straniera e non parla fluentemente inglese, era confusa dalle accuse mosse a sua figlia quando è arrivata alla scuola per pagare la multa di 50 dollari impostale dall’amministrazione scolastica. Al suo arrivo, è stata condotta nell’ufficio della preside, dove sua figlia stava aspettando. La preside Melissa Carter ha quindi tirato fuori una paletta di legno con la quale ha iniziato a colpire la bambina sul fondoschiena, come dimostrato dal video girato dalla mamma della vittima nel quale si sente la piccola piangere durante la punizione.

La donna non ha reagito per paura di finire nei guai e che venisse messo in discussione il suo status di immigrata se avesse cercato di difendere la figlia. La Florida è uno dei 19 stati americani che consente l’utilizzo di punizioni corporali all’interno della scuola, ma all’interno del distretto scolastico di Hendry County – di cui fa parte la scuola elementare in questione – la pratica è vietata. “Nessuno mi avrebbe creduto se lo avessi raccontato“, spiega la madre, dicendo che nella stanza non erano presenti telecamere né testimoni. “Ho sacrificato mia figlia in modo che tutti i genitori si rendano conto di cosa sta succedendo in questa scuola“.

L’amministrazione scolastica si è giustificata dicendo di aver parlato telefonicamente alla donna e di aver menzionato la punizione con la pala di legno, ma senza far ricorso ad una interprete come da protocollo, e la donna non ha compreso quanto le stavano dicendo a causa della barriera linguistica. “L’odio con cui ha picchiato mia figlia, era odio profondo, io non ho mai osato toccare mia figlia nel modo in cui è stata picchiata dalla preside“.

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