Sta cominciando a preoccupare il fenomeno dei medici no vax, ovvero di quei sanitari che non intendono sottoporsi al vaccino contro il coronavirus Sars-CoV-2. Per ovvi motivi, anche ideologici, queste persone non vogliono farsi iniettare alcun siero contro il Covid-19, nè quelli a vettore virale, come Johnson & Johnson e AstraZeneca, nè quelli a mRna, come Moderna o Pfizer-BioNTech. Ed è per questa ragione che oltre 150 sanitari hanno perso il lavoro negli Stati Uniti D’America, precisamente allo Houston Methodist Baytown, in Texas.
Un portavoce della struttura sanitaria, situata appunto a Houston, ha dichiarato che inizialmente ben 200 persone avevano manifestato la volontà di non volersi vaccinare. Di questi, 153 hanno deciso di dimettersi spontaneamente, mentre chi non ha ottemperato agli obblighi di legge, che prevedono la vaccinazione contro il Covid per medici e infermieri, sono stati licenziati. Lo scorso 7 giugno queste persone avevano ricevuto un ultimatum.
Presentato un ricorso
Intanto un’infermiara di 39 anni ha presentato ricorso presso l’autorità giudiziaria contro l’obbligo vaccinale per i medici. La sentenza è considerata l’unica del suo genere negli Stati Uniti, ed è molto probabile che la Corte decida di esprimersi con altri provvedimenti circa l’obbligo vaccinale per gli infermieri.
La dipendente ha già manifestato la volontà di voler portare il caso fino alla Corte Suprema nella speranza di trovare dei giudici favorevoli alla libertà dei sanitari di poter rifiutare il vaccino. Ma come già detto, il fenomeno dei medici no vax non riguarda soltanto gli Stati Uniti, ma tutto il mondo.
In Italia basti pensare che ci sono ancora 45.753 sanitari ancora non vaccinati neanche con la prima dose del vaccino e questo per il nostro Paese potrebbe essere un problema. Si presume che queste persone non vogliano vaccinarsi perchè ritengono il vaccino inutile o poco sicuro, e per questo si sta facendo una campagna di sensibilizzazione per poter convincere i sanitari scettici. Se non si sottoporranno al vaccino è molto probabile che anche loro, come i colleghi americani, vengano licenziati.