USA, la Corte Suprema difende l’accesso alla pillola abortiva

La Corte Suprema ha respinto la richiesta di un gruppo di attivisti di un'associazione anti-abortista di limitare l’accesso alla pillola Mifepristone. Reazione positiva dal mondo sanitario, tuttavia potrebbe non trattarsi di una sentenza definitiva.

USA, la Corte Suprema difende l’accesso alla pillola abortiva

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che non limiterà l’accesso al Mifepristone, un farmaco in pillola usato per l’aborto farmacologico. La sentenza, alla quale si è arrivati con voto unanime, stabilisce che gli anti-abortisti non hanno la legittimazione ad agire sui regolamenti della Food and Drug Administration (FDA), che regolamenta e prodotti farmaceutici e alimentari

Il caso è arrivato alla Corte Suprema dopo che un gruppo di anti-scelta ha sostenuto che le regole implementate dalla FDA a partire dal 2016 avevano reso l’accesso al farmaco troppo facile, in quanto il governo federale consentiva l’accesso al Mifepristone per posta, senza la visita di un medico in studio, e da parte delle donne. che erano incinte fino alla 10a settimana.

Prima di arrivare alla Corte Suprema, il caso era stato discusso nelle corti d’appello, con una corte federale del Texas che nel 2023 stabilì che il farmaco non poteva essere inviato tramite posta e poteva essere disponibile solo per le donne che si trovavano a meno di sette settimane di gravidanza, invece di 10.

Nella sentenza emessa giovedì, la Corte Suprema ha respinto la contestazione del modo in cui il governo regola il Mifepristone. Il giudice Brett Kavanaugh ha scritto che “il desiderio degli attivisti anti-aborto di rendere un farmaco meno accessibile per gli altri non stabilisce la legittimazione a fare causa. Né sono sufficienti le altre teorie dei querelanti“.

In particolare, gli anti-abortisti non sono riusciti a dimostrare che le norme stabilite dalla FDA avrebbero causato loro un danno effettivo, rendendo i tribunali federali il luogo sbagliato per affrontare le preoccupazioni dei querelanti riguardo alle azioni della FDA. Reazioni favorevoli da parte degli esperti di medicina e operatori sanitari alla decisione della corte.

La sentenza, tuttavia, non difende necessariamente il Mifepristone, né segnala che la battaglia sulla pillola abortiva sia finita. In futuro, se un gruppo riuscisse a stabilire un’adeguata legittimazione legale, potrebbe potenzialmente rilanciare questo caso. Il caso Mifepristone fa seguito alla precedente storica decisione della Corte di ribaltare Roe v. Wade,  che nel giugno del 2022 ha posto fine al diritto costituzionale all’aborto.

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