USA: il giorno della laurea si suicida. La fidanzata rischia 20 anni di carcere

Il 22enne Alexander Urtula si è ucciso, gettandosi dal garage, poche ore prima della propria cerimonia di laurea al Boston College: la sua fidanzata è ora accusata di omicidio colposo involontario.

USA: il giorno della laurea si suicida. La fidanzata rischia 20 anni di carcere

Alexander Urtula aveva 22 anni, era presidente della Philippine Society al Boston College e del gruppo Pamilya, occupandosi spesso dell’organizzazione di feste all’interno del suo dormitorio, secondo quanto dichiarato da Anara Chiongbian, laureato in economia e studi internazionali, che racconta dell’aiuto che gli aveva offerto l’amico nello scegliere le lezioni e favorire la sua vita sociale.

Di lui in un’email ne dipinge il ritratto di un ragazzo gentile, intelligente, estroverso, dotato di senso dell’umorismo e perseverante di fronte alle difficoltà: Alexander però il 20 maggio, in procinto di partecipare alla propria cerimonia di laurea assieme alla famiglia ed agli amici, ha deciso – poche ore prima, durante la mattinata – di porre fine alla sua giovane vita, gettandosi da un garage.

Sembra che il giovane fosse depresso e si trovasse in condizioni di vulnerabilità: gli investigatori hanno rinvenuto più di 47.000 sms che Alexander aveva condiviso nei due mesi precedenti al suicidio assieme alla sua fidanzata Inyoung You che sembra fosse presente nel garage dove la vittima si è uccisa: ad agosto, si è ritirata dal Boston College ed è tornata in Corea del Sud, in attesa di affrontare negli Stati Uniti l’accusa a suo carico di omicidio colposo involontario, che potrebbe condurla a trascorrere i prossimi 20 anni in carcere nel caso risultasse condannata.

Un caso simile era accaduto al suicida Conrad Roy, deceduto all’interno del suo camion dove la presenza del monossido di carbonio gli è risultata fatale: la sua fidanzata Michelle Carter, che non era presente al momento della morte anche se in contatto telefonico, due anni fa è stata condannata per omicidio colposo a scontare la pena di 15 mesi di carcere, essendo stata ritenuta complice della tragedia.

Michelle, infatti, era a conoscenza della volontà del fidanzato di volersi uccidere, e lo avrebbe incoraggiato a compiere il gesto suicida anche quando aveva cambiato idea, e non avrebbe chiamato il 911 per allertare i soccorsi.

Continua a leggere su Fidelity News