USA: i nuovi casi di contagio da Coronavirus stanno diminuendo

E' quanto emerso da uno studio condotto negli Usa: i nuovi casi di contagio dal terribile Coronavirus starebbero diminuendo. Questo potrebbe rappresentare una svolta in campo medico.

USA: i nuovi casi di contagio da Coronavirus stanno diminuendo

Guido Silvestri, professore e direttore del Dipartimento di Patologia dell’Emory University School of Medicine, affermerebbe la presenza di un rallentamento dei nuovi casi di contagio da Coronavirus: “Dai dati che abbiamo già a disposizione possiamo dire che da alcuni giorni il numero di nuovi casi diminuisce”. La speranza, come dichiara lo stesso, è quella che nel giro di poche settimane i focolai della patologia possano essere contenuti.

Lo specialista, già editore del Journal of Virology ed autore del libro Il virus buono. Perchè il nemico della salute può diventare il nostro miglior alleato, edito da Rizzoli, ricorda l’importanza del non fare allarmismo inutile. Lo stesso conferma che, seppur dopo qualche indugio inziale, le autorità cinesi hanno adottato misure estremamente rigorose al fine di limitare l’epidemia.

Silvestri esprime anche la sua opinione in merito alla scelta dell’Italia riguardo la chiusura dei voli diretti dalla Cina, che mira a ridurre l’importazione di casi di Coronavirus: “Ritengo che le decisioni sui voli dalla Cina siano state prese da esperti e studiosi, e in Italia ne abbiamo di validissimi, dunque dobbiamo fidarci“.

Successivamente, l’esperto, spiega le informazioni del virus che ha contagiato più di mille persone; su di esso si conoscono molti dettagli, ma non ancora tutti: “Abbiamo la sequenza genetica, sappiamo che ha avuto origine dai pipistrelli, e i dati ci dicono che sembrerebbe meno virulento della Sars, con cui è imparentato. Ma in medicina è difficile che qualcosa sia bianco o nero: è il caso dei contagi asintomatici“.
Lo stesso specifica che, come si ha la certezza che chi ha sintomi risulti più contagioso, non si conosce ancora bene l’effetto degli asintomatici.

La scienza, inoltre, assicura Silvestri, sta svolgendo nel migliore dei modi le ricerche: dopo lo studio del virus, si sta già lavorando ad un vaccino, ed il tasso di mortalità, che si aggira intorno al 2%, è più basso di quello della Sars. I rischi si presentano maggiori in soggetti già fragili e con malattie cardiopolmonari già in essere.

Mentre l’Oms parla solo “della punta di un iceberg”, a proposito dei casi di contagio al di fuori del territorio cinese, l’esperto afferma cautamente: “Molti scenari sono possibili. La Sars ad esempio è scomparsa in qualche settimana. Aspettiamo le prossime settimane“.
Infine, Silvestri, spiega come molti virus, adattandosi alla nuova specie, in alcuni casi possano rivelarsi addirittura utili per le funzioni vitali dell’individuo che li ospita.

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