Una donna della Louisiana che sostiene di essere stata violentata a 16 anni da un uomo di 30 anni ha perso la custodia della figlia nata in seguito alla violenza e sarà obbligata a pagare all’uomo gli alimenti. La incredibile storia vede protagonista Crysta Abelseth, oggi 32enne, che racconta che John Barnes, oggi 46enne, la violentò nel 2005 dopo che lei aveva accettato da lui un passaggio verso casa.
All’epoca dei fatti Crysta aveva 16 anni e si trovava in un bar con delle amiche, aveva bevuto ed era ubriaca. Invece che accompagnarla a casa come promesso, Barnes la portò nel suo appartamento dove si consumò lo stupro. La minorenne non denunciò subito la violenza, per paura e perché non pensava di poter denunciare lo stupro nei giorni successivi. Dalla violenza nacque una figlia, la cui esistenza fu scoperta da John sei anni dopo nel 2011. Solo nel 2015 l’uomo però è andato in tribunale, chiedendo di dividere la custodia della figlia al 50%.
Dopo la sua richiesta la donna ha presentato denuncia alla polizia per lo stupro avvenuto 10 anni prima, ma l’uomo non è mai stato incriminato anche se in Louisiana c’è una chiara legge che stabilisce che l’età di consenso è di 17 anni e qualsiasi atto sessuale compiuto su minori al di sotto di questa età è automaticamente considerato “stupro legale“. Nonostante la denuncia ed il fatto che l’uomo sapesse dell’esistenza della bambina da 4 anni e l’avesse ignorata prima di allora, gli fu concessa la custodia della figlia, all’epoca di 10 anni.
Adesso un giudice ha ordinato che Crysta perda la custodia della figlia, oggi 16enne, e che paghi a Barnes gli alimenti, il tutto perché lui si è lamentato in tribunale che Crysta ha dato alla adolescente un telefono cellulare. La donna, delusa dalla giustizia, si è rivolta ai media per rivedere la figlia e fare modo che Barnes sia incriminato.
“Mi ha minacciato tantissime volte, dicendo che aveva amici potenti nel sistema giudiziario, e che avrei dovuto stare attenta o me l’avrebbe portata via quando voleva. Non gli credevo, finché non l’ha fatto“, denuncia la donna. Barnes è proprietario di Gumbeaux Digital Branding, una compagnia digitale che conta tra i suoi clienti anche la Polizia di Ponchatoula.
Il dipartimento dello sceriffo della zona dice che, in seguito alla denuncia del 2015, una investigazione è stata aperta, ma da allora non è mai stata portata avanti e non è stato assegnato nessun agente al caso, lasciando il caso in sospeso. “Un aborto di giustizia“, denunciano gli avvocati della donna, “dover pagare allo stupratore gli alimenti e perdere la custodia della figlia dello stupro non ha senso“.