USA: Donald Trump reintroduce la pena di morte

Negli Stati Uniti d'America torna la pena di morte su ordine di Donald Trump. Ecco i nuovi metodi per l'esecuzione della condanna e le correnti di pensiero a riguardo.

USA: Donald Trump reintroduce la pena di morte

Gli Stati Uniti d’America riprenderanno a eseguire ufficialmente le condanne a morte. A darne la notizia è il procuratore generale William Barr, e i primi ad essere giustiziati saranno 5 persone condannate omicidio e violenza sessuale. Nonostante ufficialmente la pena di morte fosse stata interrotta nel 2003, in realtà non è mai scomparsa definitivamente.

La prima motivazione espressa per spiegare il perché della reintroduzione della pena di morte è il rispetto dei familiari e delle vittime stesse. I cinque processati, al momento, hanno già esaurito tutte le possibilità di presentare appello per tentare di cambiare la condanna.

Pena di morte negli Stati Uniti per volontà di Trump

Uno dei cinque condannati si chiama Daniel Lewis Lee ed è accusato di aver sterminato una famiglia di tre persone tra cui anche un bambino di otto anni. Il secondo condannato si chiama, invece, Lezmond Mitchell, e ha ucciso due persone, una donna di 63 anni e la nipote di 9 anni. Il terzo si chiama Wesley Ira Purkey e, oltre ad aver assassinato un’anziana ottantenne, ha anche ucciso una sedicenne dopo averla stuprata.

Il quarto si chiama Alfred Bourgeois che, dopo aver stuprato la figlia di due anni, l’ha brutalmente uccisa. Infine, c’è Dustin Lee Honken, accusato di aver ucciso ben 5 persone. Tra di esse c’erano due bambini. La pena di morte sarà scontata in Indiana, nel carcere di Terre Haute, entro i primi mesi del 2020.

Ci sono delle novità riguardo al metodo per uccidere i condannati: si utilizza un farmaco chiamato Pentobarbital che, lentamente, rallenta tutte le funzioni del corpo, inclusa quella cerebrale, fino a fermarla del tutto. Rappresenta il tipico esempio di morte lenta. Questa decisione ha letteralmente diviso l’opinione pubblica in due le correnti di pensiero: c’è chi è favorevole e chi, invece, sostiene i diritti umani.

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