Nel novembre del 2002 apparve in Cina il primo caso di Sars, malattia che colpisce l’apparato respiratorio. Diverse furono le vittime e il timore che potesse scoppiare una pandemia fu forte. Oggi come allora, un nuovo virus che rispecchia le caratteristiche della forma a corona del suo predecessore ha causato le prime morti e creato un timore generale per una nuova emergenza.
Wuhan è una provincia della Cina centrale ed è considerata il focolaio del nuovo virus. L’allarme è stato lanciato proprio durante il periodo del capodanno cinese quando milioni di persone sono in viaggio da e per il loro paese di origine.
Rispetto a diciassette anni fa, i collegamenti aerei con la Cina sono aumentati esponenzialmente, situazione che rende ancora più a rischio la trasmissione del coronavirus. Notizie allarmanti giungono dalla Commissione della Salute cinese, che ha confermato la trasmissione da uomo a uomo della malattia.
L’organizzazione mondiale della Sanità ha convocato una riunione di emergenza per affrontare al meglio la situazione. Intanto, sono apparsi due casi al di fuori della Cina, di cui uno confermato negli Usa ed un secondo in osservazione in Australia.
Entrambi i casi avevano soggiornato di recente nella città di Wuhan, riscontrando un’inziale polmonite poi classificata come nuovo virus. Le autorità avvertono di non viaggiare verso la Cina centrale e sono in corso serrati controlli sui voli in partenza e arrivo da Wuhan.
Purtroppo, il numero delle persone contagiate sale giornalmente. Solo nelle ultime ore sono stati riscontrati 77 nuovi casi, portando a 291 il numero dei positivi al virus.
La paura di una diffusione ben più ampia è alle porte, mentre le organizzazioni della sanità mondiale stanno effettuando i primi studi per trovare una soluzione alla malattia i cui sintomi, come lo era stato per la Sars, possono essere inizialmente confusi con patologie meno gravi.