USA, 68 anni in carcere da innocente: la storia di Joseph Ligon

Joseph Ligon, oggi 83enne, ha trascorso quasi 70 anni in carcere ma alla fine, l'11 febbraio scorso, è stata stabilita la sua innocenza. Oggi è un uomo libero.

USA, 68 anni in carcere da innocente: la storia di Joseph Ligon

Questa è una storia forte, proveniente dagli Stati Uniti. Il protagonista è l’83enne Joseph Ligon, che ha scontato, ingiustamente, quindi da innocente, 68 anni di carcere, fino a quando il suo ergastolo è stato dichiarato incostituzionale. L’uomo, infatti, è stato dietro le sbarre dai 15 anni agli 83, sino a quando non è stata provata la sua innocenza ed è tornato ad essere un cittadino libero.

Ligon, che attualmente detiene il triste record di detenuto minorenne che ha trascorso più tempo in carcere, l’11 febbraio, quasi 70 anni dopo il verdetto, è uscito dalla prigione federale da uomo libero, dopo che, nel 1953, era stato condannato all‘ergastolo per aver preso parte a una serie di rapine e aggressioni con un gruppo di adolescenti che provocarono, a Philadelphia, la morte di due persone.

Afro-americano, Ligon, analfabeta, si era trasferito con i genitori in Alabama. Nel 1951, a 13 anni, venne mandato alle elementari ma, povero, solo, umiliato, preso in giro, abbandonò ben presto la scuola per unirsi ad una banda. Tre ragazzi appartenenti a quest’ultima, il 20 febbraio 1953, si sono ubriacati, commettendo furti violenti, armati di coltelli.

Alla fine della nottata, 2 uomini vennero uccisi e 6 feriti. Joseph, nonostante la condanna, ha sempre confermato di aver partecipato alle aggressioni di quella sera, ma di aver solo ferito una delle vittime, senza provocarne la morte. Gli inquirenti, però, non hanno mai creduto alle sue parole, mentre l’opinione pubblica chiedeva, a gran voce, condanne esemplari.

Ora Ligon è finalmente un uomo libero, rilasciato grazie all’impegno dei legali e del progetto YRSP (Youth Sentencing & Reentry di Philadelphia). Oggi è incredibilmente allegro e stupito di tutti i cambiamenti avvenuti a Philadelphia dal 1953, in particolare degli edifici alti. Tutti i suoi cari, quelli che avrebbe sempre voluto riabbracciare, nel frattempo, sono morti. “Quello che gli manca di più, però, sono le persone che ha lasciato entrando in carcere e non ha più ritrovato”, ha affermato Eleanor Myers, consulente senior di YSRP.

Continua a leggere su Fidelity News